Tra tante band interessanti, i Local Natives si elevano decisamente sopra tutto l'Idroscalo. Suonano mentre c'è ancora luce sul second stage. Sono cinque ragazzi di LA che hanno da poco presentato il loro secondo lavoro: "Hummingbird". Sono a Milano per registrare il video di Ceilings, ci spiegano. Quattro voci, tutti polistrumentisti, il frontman Kelcey Ayer che si divide tra keyboard e percussioni, brani fragili e, allo stesso tempo, carichi di tensione.
In perfetto orario i Tame Impala sul main stage del Magnolia; piove giusto quel tanto da potenziare lo stato confusionario degli spettatori arrivati ormai alla quinta birra. Ma l'acqua sulle nostre teste scorre via senza rumore mentre veniamo ipnotizzati dagli effetti grafici che compaiono sul telo che fa da sfondo al palco: immagini psichedeliche, a tratti tie-dye, basate sulle frequenze emesse dalla band... già le avevamo viste al Primavera Sound. La voce di Kevin Parker non sbaglia una nota, la folla esplode quando intona Elephant. Molti i brani tratti dall'ultimo album "Lonerism" registrato in un appartamento di Parigi: Feels Like We Can Only Go Backwards, Apocalypse Dreams,.. Ma anche tanti pezzi degli esordi (Solitude is Bliss, Half Full Glass of Wine,..). La formazione di Perth sembra lanciare una rete sopra il proprio pubblico che resta imprigionato in uno stato di allucinazione collettiva mentre, contemporaneamente, ognuno di noi si bea solitario in una bolla protettiva dell'Io perchè "It feels like I only go backwards, babe". Le fronde degli alberi e le nubi si cullano al ritmo di quel vintage rock psichedelico traslato dalla west coast a Milano; l'ambiente che i Tame Impala disegnano live ha la perfezione di un sogno bellissimo.