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Comoda come questa sedia assemblata, censisco. Mi guardo intorno e vedo tante sedie acciaccate come me e intorno a me. E mi accorgo di non saper consolare. Non so se ne sono mai stata capace, ma ora di sicuro no. "Stima di danno" mi calza a pennello in questo periodo. Sono impietosa, giudicante, sbatto in faccia considerazioni scomode, sono sgradevole e deludo. Il peggio lo riservo a me stessa. A volte tutto questo si è rivelato vantaggioso, alla lunga, l'ho persino chiamato coraggio. Ora non so, sto ridefinendo i parametri. Non ho in mente altro che vecchi che giocano a bocce o si tonificano nell'acqua gelata. Penso ai miei vecchi - più d'uno - e a come invecchierò, una ventiquattrenne mi dice di non sentirsi al passo con i coetanei di altri paesi, una diciassettenne mi parla di coetanei che si sentono invincibili, tra tardone si ride a denti stretti. E' che io la crisi del quarant'anni l'avrei tra due anni. Sempre quest'ansia di portarsi avanti, uffiperò.