Unghia incarnita: cos’è e come si cura

Creato il 15 maggio 2013 da Abcsalute @ABCsalute

I podologi la chiamano onicocriptosi, ma la patologia di cui parliamo oggi è più nota come unghia incarnita.
Come indica l’aggettivo, il problema si verifica quando l’unghia di un dito – in genere quella dell’alluce del piede – penetra la pelle circostante causando dolori e infiammazioni più o meno gravi. L’unghia incarnita è considerato un disturbo di poco conto ma in realtà, se sottovalutato, può avere ripercussioni sia sulla funzionalità del piede che sulla postura.

L’unghia malata rende il dito gonfio, duro e dolorante, inoltre l’infezione peggiora fino alla comparsa del pus che aumenta la sofferenza. In queste condizioni è difficile camminare in modo corretto e ben presto si potrebbe avvertire dolore alle ginocchia e a lungo andare anche alla schiena: se i piedi poggiano male a terra, la postura ne è compromessa.

Le cause di questa onicopatia – malattia dell’unghia – sono varie. C’è chi ha una predisposizione genetica all’onicocriptosi e chi invece se la procura con abitudini sbagliate: tagliare le unghie troppo corte, arrotondare le estremità ungueali e calzare scarpe e calze piccole o strette, sono tutti atteggiamenti che favoriscono l’unghia incarnita. È evidente, quindi, che per prevenire il problema è necessario tagliare le unghie mai più corte dell’estremità del dito, lavare quotidianamente i piedi, indossare scarpe e calze comode che lascino spazio sufficiente a tutte le dita.

Se è troppo tardi per prevenirla, l’unghia incarnita si può curare grazie all’intervento di un podologo. Si procede essenzialmente in tre modi:
- asportazione parziale dell’unghia
- asportazione totale dell’unghia
- fenolizzazione

Asportazione parziale dell’unghia. Il medico taglia una parte dell’unghia in modo tale da consentirne una ricrescita lontana dai bordi ungueali.

Asportazione totale dell’unghia. Il podologo ricorre a questo intervento se l’unghia è molto spessa e preme troppo sulla pelle fino ad acuire il problema. In tal caso l’unghia viene totalmente asportata e ricresce nell’arco di pochi mesi.

In entrambi i casi – asportazione parziale e totale – il paziente viene sottoposto ad anestesia locale e dopo l’intervento può riprendere le normali attività, tranne quella sportiva.

Fenolizzazione. È un trattamento ambulatoriale che si sta diffondendo più di quelli appena descritti. In anestesia locale, il podologo asporta il granuloma reattivo, cioè il tessuto infiammato, taglia la parte laterale dell’unghia e incide la pelle per asportare quella incarnita. L’operazione si conclude con l’applicazione di una stecca di legno rivestita di cotone imbevuto di fenolo liquido per distruggere la matrice dell’unghia incarnita.

In caso di onicocriptosi evitate i rimedi fai-da-te, danno un sollievo momentaneo a differenza dell’intervento di un esperto podologo, il solo a poter risolvere il problema.
Per maggiori info sulle patologie del piede e relativi trattamenti, consulta la sezione dedicata all’Associazione Italiana Podologi.


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