“Fai gol. Elimina il lavoro minorile” è questo il tema della giornata mondiale sul lavoro minorile, indetta dall’Unicef su una faccenda che è attualissima ancora nel 2014.
L’Unicef stima che 150 milioni di bambini, tra i 5 e i 14 anni, in tutto il iano coinvolti nel lavoro minorile. Dati che fanno accapponare la pelle e che ovviamente sono la causa dello studio, della cultura, dell’infanzia e del gioco totalmente asportati da determinate zone del mondo per far posto a una realtà ben più cruenta che costringe dei bambini a crescere prima del previsto.
«Sappiamo che i progressi negli Obiettivi di Sviluppo del Millennio sull’istruzione, la povertà, l’uguaglianza di genere e l’HIV/AIDS, vengono sistematicamente minati dal lavoro minorile e che nessuna politica da sola può unilateralmente porre fine al lavoro minorile» ha detto Susan Bissell, responsabile per la Protezione dell’infanzia all’UNICEF.«È dimostrato che una risposta efficace coerente sul lavoro minorile richiede una combinazione di misure concernenti condizioni di lavoro dignitose, sistemi di protezione sociale attenti all’infanzia e l’estensione dei servizi di base ai più vulnerabili».
Nonostante le cifre elevante, le ultime indagini a livello globale parlano di dati in calo e quindi di un miglioramento, ma i progressi sono più limitati nell’Africa Subsahariana, dove anzi si identifica un peggioramento: un bambino su 4 è coinvolto nel lavoro minorile (la percentuale più alta al mondo), rispetto ad 1 su 8 in Asia e nella regione del Pacifico, 1 su 10 in America Latina e nei Caraibi. Il numero di bambini che unisce il lavoro alla scuola in alcune regioni è aumentato anche del 300%. Ma, effettivamente, questi dati non devono assolutamente essere presi come oro colato, in quanto figli di migranti, orfani, bambini vittime di tratta e, soprattutto, le ragazze sono spesso esclusi dalle indagini, che si basano invece su dati riguardanti le famiglie.
“We are the world, we are the children”, dicevano Michael Jackson e Lionel Richie, ma la triste verità è che il lavoro minorile è un meccanismo di compensazione del reddito familiare a cui le famiglie ricorrono spesso in situazioni di crisi economica in vari paesi, indipendentemente dall’emisfero d’appartenenza e mentre gli studi dimostrano che l’istruzione per le ragazze è tra i migliori investimenti che un paese possa fare per il suo sviluppo, le ragazze sono le prime ad essere tolte da scuola e mandate a lavorare nei momenti di difficoltà.
L’Unicef esorta governi e donatori ad aumentare gli investimenti per una istruzione accessibile e di buona qualità e a sostenere misure di protezione sociale per tutti i bambini e invita inoltre il settore privato e le aziende ad utilizzare la propria capacità di innovazione per garantire che i diritti dei bambini siano tutelati in tutta la catena dei fornitori.
E mentre a noi piace immaginare bambini sorridenti ed in armonia con ciò che li circonda, giocare, correre e scoprire l’universo, dobbiamo avere la consapevolezza che ci sono anche quei bambini che non hanno mai neanche imparato a farlo.