Sull’Unione bancaria è stata raggiunta un’intesa di massima a Bruxelles, nonostante lo scontro tra Germania e Italia si sia protratto. Dopo una lunghissima riunione tra i rappresentanti dell’economia dei diversi paesi dell’Eurogruppo, c’è stata la dichiarazione del vicepresidente della Commissione Ue, Olli Rehn, che ha definito l’avanzare dei lavori con “progressi decisivi” verso un’intesa bancaria.
Le discussioni notturne hanno trattato in particolar modo il tema del “backstop”, ovvero lo scudo finanziario da utilizzare durante i 10 anni di fase transitoria, cui seguirà un’unione bancaria vera e propria. I ministri dell’economia tedesco e francese hanno parlato entrambi di “passi avanti” e “intesa vicina”, ma senza sbilanciarsi mai troppo sui dettagli. La riunione segue quelle strategiche tenutesi nelle scorse settimane tra i diversi ministri, in separata sede. La polemica sulla questione dell’Unione Bancaria è stata innescata però dal nostro stesso paese e dalla Germania, con il battibecco a distanza tra il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni e quello tedesco Wolfgang Schaueble: la contesa sarebbe quella del sistema di meccanismo unico di risoluzione delle banche, uno dei pilastri dell’Unione bancaria. Secondo Saccomanni, in una lettera aperta indirizzata al collega Schaueble, non bisognerebbe affrettarsi troppo verso quella che il ministro considera “un’unione bancaria difettosa”.
L’accordo, comunque, sembra questione di tempo e i punti fermi sono i finanziamenti ponte per la liquidazione delle banche da risorse nazionali o dall’Esm e i prestiti tra fondi di risoluzione nazionale. Nella bozza viene indicato come i finanziamenti ”saranno resi disponibili da risorse nazionali, sostenute da prelievi sulle banche, o dall’European stability mechanism in linea con le procedure concordate”. Il testo sull’Unione Bancaria punta ad essere sistemato e approvato definitivamente dal Parlamento europeo prima del maggio 2014, quando si terranno le elezioni nell’Ue.