Da quel che si apprende da fonti di agenzia, la direttiva era stata approvata all’unanimità (541 sì, 2 no, 31 astenuti) il 27 ottobre scorso dalla plenaria del Parlamento europeo. Le nuove norme impongono di punire con il carcere una ventina di tipologie di crimini. In particolare costringere un bambino a compiere atti sessuali o a prostituirsi dovrà essere punito con almeno 10 anni di prigione. I produttori di pornografia minorile rischieranno 3 anni ed i siti web dovranno essere cancellati. Oltre all’inasprimento delle pene, la direttiva si preoccupa di definire nuove categorie di reati, come l’adescamento online ed il turismo sessuale, che nei 27 paesi della Ue potrà essere punito dai tribunali nazionali anche quando il reato viene commesso all’estero.
Non mancano poi le aggravanti che vengono introdotte nel testo quando gli abusi sui minori vengono compiuti da persone che abbiano la fiducia dei bambini, ricoprano una posizione di autorità o esercitino una qualche forma d’influenza su di loro (ad esempio familiari, tutori o insegnanti) o abusino di bambini particolarmente vulnerabili (per dipendenze da alcol o droghe, o per disabilità fisiche o mentali). Per quanto riguarda i siti web pedopornografici (dove, secondo le stime, ogni giorno vengono pubblicate 200 nuove immagini), se i server che li ospitano saranno sul suolo dell’Ue le autorità giudiziarie dovranno disporne la cancellazione delle pagine. Se invece il server sono fisicamente in paesi esterni alla Ue, le polizie postali dovranno agire per bloccare l’accesso ai siti. Gli Stati membri avranno due anni di tempo per adeguare le loro legislazione.