Unioni civili: due disegni di legge che Alfano dovrebbe leggere (e capire)

Creato il 13 gennaio 2014 da Molipier @pier78

Scritto da: Ivan Lagrosa 13 gennaio 2014 in Amore, Attualità, News, Politica, Società Inserisci un commento

Torniamo a occuparci di unioni civili perché ciò che sta avvenendo in queste settimane rasenta il surreale. Più nello specifico, le dichiarazioni del vicepremier, nonché Ministro dell’Interno, nonché leader del Nuovo Centrodestra, rasentano il surreale: “niente matrimoni gay o facciamo cadere il governo”. Sarà che con tutte le cariche che ricopre, Alfano non abbia modo e tempo di leggere le proposte di legge depositate in Parlamento, sarà che ha poca competenza in materia e quindi fa tanta confusione, sarà che viene consigliato male, ma quello che ha detto non ha proprio senso.

Prima di tutto perché il Pd non ha proposto affatto i matrimoni gay e mai lo farà, purtroppo. In secondo luogo ci sono dei diritti che vanno oltre un Alfano qualunque e che sono previsti dalla nostra Costituzione. Nell’articolo 3 è contenuto il principio della ragionevolezza: situazioni diverse vanno trattate in modo diverso. Non farlo risulterebbe irragionevole e quindi incostituzionale. Ergo, ciò che dice Alfano è tecnicamente irragionevole. Inoltre, andando a ritroso, l’articolo 2 della Costituzione afferma che l’individuo va tutelato nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità. Quindi anche nella convivenza con una persona dello stesso sesso. Questi erano due degli articoli fondamentali della Costituzione. Sarebbe già abbastanza, forse persino troppo, se venissero letti dai nostri politici. Ma noi vogliamo esagerare e andiamo quindi all’articolo 29: “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Ora, che Alfano si arroghi il diritto di stabilire cosa sia naturale e cosa no lo trovo ridicolo.

Tornando alle proposte di legge, basta sfogliarle appena per capire quanto siano estremamente timide. La proposta a firma Alessandra Moretti (Pd), per esempio, è una proposta che “non intende allargare il concetto di famiglia fondata sul matrimonio, ma solo prospettare soluzioni adeguate alle nuove esigenze della società”. Il che vuol dire che “due persone maggiorenni e capaci, unite da stabile rapporto, possono stipulare un patto di convivenza con il quale disciplinano i reciproci rapporti patrimoniali relativi alla loro vita in comune e alla sua cessazione”. Il che comporta diritti e doveri in materia di assistenza, in ambito sanitario e penitenziario.

A questo proposito non va infatti dimenticato che, oggi, due persone dello stesso sesso, che pur convivono, sono giuridicamente estranei: sono quindi privati del diritto di visita o di assistenza al partner malato e per effettuare una disposizione testamentaria, devono fare riferimento alle gravose misure fiscali previste per la successione a terzi estranei al nucleo familiare.

Una seconda proposta sulle unioni civili è a firma Alessia Petraglia (Sel). Anche questa proposta non prevede neanche lontanamente i matrimoni gay. L’articolo 1 di questo disegno di legge afferma che “due persone maggiorenni, anche dello stesso sesso, possono contrarre tra loro un’unione civile per organizzare la loro vita in comune”. Queste unioni civili diventano quindi titolari di autonomi diritti e lo stato di parte dell’unione civile (il membro dell’unione civile) gode degli stessi diritti di un membro di una famiglia tradizionale. Laddove, inoltre, l’appartenenza ad un nucleo famigliare comporti dei vantaggi (alloggi popolari o graduatorie occupazionali, per esempio), questi vantaggi sono estesi anche ai membri dell’unione civile.

Il disegno di legge prevede infine l’adozione o l’affidamento di minori. Su quest’ultimo punto sarebbe opportuna una maggiore cautela e approfondimento.

Queste erano solo due delle proposte depositate in Parlamento. Sono proposte assolutamente non rivoluzionarie e tanto meno coraggiose. Servono, si legge, a istituire uno “stato minimo di diritti e doveri alle forme di convivenza non tradizionali”.

Ora, dal momento che già puntiamo al minimo, almeno raggiungerlo, questo minimo, non sarebbe male.

alfano News Politica unioni civili 2014-01-13

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