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Università del Texas: «gli anziani non religiosi hanno maggior tasso di mortalità»

Creato il 14 marzo 2011 da Uccronline

Università del Texas: «gli anziani non religiosi hanno maggior tasso di mortalità»La vita cristiana ha dei benefici enormi. Di essi però possono goderne appieno solo coloro che  si recano alla Messa, ricevono la comunione e partecipano alla vita ecclesiale non in modo saltuario. Questa non è solo una sensazione vaga che può percepire il cristiano, ma è  una verità appurata dalla ricerca scientifica, sopratutto a partire dalla fine degli anni ’90. Un esempio  è  uno studio svolto tra la popolazione ispanica che vive negli Stati Uniti. Il Dipartimento di Sociologia dell’Università del Texas ha infatti esaminato sei anni fa, nel marzo del 2005, gli effetti della partecipazione religiosa sul rischio di mortalità dei messicani americani oltre i 65 anni. Nel complesso, i risultati -ripresi dal National Institutes of Health, cioè il Dipartimento di Salute degli Stati Uniti, mostrano che coloro che vanno in chiesa una volta alla settimana presentano il 32% di riduzione del rischio di mortalità rispetto a coloro che non partecipano alle funzioni religiose. I benefici della partecipazione religiosa -secondo i ricercatori- influiscono anche sulla salute cardiovascolare, le attività della vita quotidiana, le funzioni cognitive, la mobilità fisica, il sostegno sociale, la salute mentale e la salute soggettiva.


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