Giovani, disoccupazione, lavoro; lavoro, giovani disoccupazione; disoccupazione, lavoro, giovani. Cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia. Slogans con i quale la politica si riempie e si pulisce la bocca. L’Università non rientra quasi mai in questo ordine di considerazioni. E’ un pianeta a sé.
Il DL n.95 del 6/07/2012 (la cd. Spending Review) ha stabilito che: “In particolare, con riferimento all’anno 2012, si prevede che il sistema delle università statali (quindi l’intero sistema considerato unitariamente nel suo complesso) può procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato e di ricercatori a tempo determinato nel limite di un contingente corrispondente ad una spesa pari al venti per cento di quella relativa al corrispondente personale complessivamente cessato dal servizio nell’anno 2011.”
Nelle more della decisione in merito al calcolo del contingente di spesa la Spendig Review ha intanto imposto a tutte le Università italiane il blocco TOTALE delle assunzioni con la sola eccezione dei ricercatori abilitati chiamati con il piano straordinario per gli Associati. Quindi il 2012 è passato tra cinque mesi di blocco totale e, per il resto, assunzioni con il contagocce. Non basta.
Perché stando sempre alla Spending Review, il turn-over nella misura massima del 20%
Facciamo due calcoli. Perché le Università possano procedere con le assunzioni è necessaria la disponibilità economica dell’Ateneo, ma anche (e direi quasi soprattutto) il calcolo dei punti organico (PO). Un punto organico è l’equivalente del costo medio annuale di un Professore Ordinario. In base ai costi, le differenti categorie richiedono PO diversi. Semplificando e tralasciando considerazioni, pure corrette, che si potrebbero avanzare sull’astrusità di tale conteggio: un Ordinario vale PO 1 (è necessario 1 punto organico pieno perché possa prendere servizio); un Associato 0,70; un Ricercatore 0,50; il personale Tecnico Amministrativo 0,30.
Bene. Dopo avere calcolato per mesi, ad ottobre il Ministero ha finalmente provveduto a “dare i numeri” in basi ai quali le Università possono procedere con le assunzioni per il 2012 (DM 22/X/2012, n. 297). Nella tabella allegata al Decreto Ministeriale le cifre agghiaccianti: le cessazioni nelle Università italiane nel corso del 2011 hanno liberato nel
Avete provato a fare due calcoli? Persi: 2.232, 77 PO. Il che corrisponde, a seconda di come decidete di impiegare i PO, a più di 2.232 posti di Professore Ordinario; o, se preferite a 3.189 posti di Professore Associato; o ancora a 4.465 posti di Ricercatore; o infine a 7.442 posti di Amministrativi.
E la previsione non è destinata a migliorare nei due prossimi anni perché, tabelle alla mano, tutti sappiamo che, fino al 2016, per ragioni anagrafiche, sarà una vera e propria emorragia di pensionamenti. Piove sempre sul bagnato… Nei soli ultimi 4 anni il numero dei docenti di ogni ordine e grado di tutti gli atenei italiani è diminuito del 10% (come nessuna altra Pubblica amministrazione): da 62.768 (nel 2008) a 56.449 (nel 2011).
Se il turn-over resterà al 20% fino al 2014, proiettando, come è verosimile che sia, i dati del 2012 per il biennio successivo, avremo più di 4000 PO persi. Il che corrisponde a 4.000
E il Governo dei Tecnici, per di più Professori, continua ad aumentare le spese militari ed rigetta le mozioni che chiedono di fermare l’acquisto degli F35…
Elle