Fiumi di melassa e ottimismo per gli universitari di Moccia, che si interrogano sulla vita, sul futuro e sull’amore. Un prodotto recitato malamente e costruito stucchevolmente.
Carlo, Faraz e Alessandro sono tre studenti universitari che si ritrovano costretti a condividere con Emma, Giorgia e Francesca la loro dimora: Villa Gioconda. La convivenza inizialmente si rivelerà burrascosa, ma con il passare dei giorni, i sei universitari cominceranno a condividere passioni, paure e perplessità.
Moccia torna dietro la macchina da presa (purtroppo) e, invece di trattare di adolescenti esistenzialmente fragili e stereotipati, si concentra sulla categoria universitaria. Pare che lo scrittore romano non riesca a confrontarsi con la realtà, ma preferisca rifugiarsi in un universo parallelo e fantasioso, nel quale tutto è colorato e piacevole. Diversi i temi trattati all’interno di Villa Gioconda, nella quale Carlo (aspirante cineasta e voce fuori campo della vicenda), Faraz (ingegnere nucleare iraniano fuori sede, che insegue il sogno di un master negli Stati Uniti), Alessandro (aspirante comico palermitano), Emma (“svampita” aspirante velina), Giorgia (figlia di papà, che si ribella alla famiglia) e Francesca (studentessa modello, che ha una relazione con il suo professore) litigano, vivono e sorridono. Amicizia, amore, urla e incomprensioni (tutte risolte davanti a un’invitante colazione, in stile Mulino Bianco) fanno da contraltari a una serie di pecche evidenti di Universitari (2013). Difatti si notano i dialoghi improntati sui format televisivi, le numerose sottolineature della trama, la costante presenza di musica pop per riempire i vuoti narrativi, le scene di gruppo da cartolina e i numerosi abbracci. Tutti insieme appassionatamente in un turbinio di gioia e battute pronte (e puerili). Una “famiglia” che si ispira alle dramedy statunitensi anni 80, ma che finisce per esaltare i buoni sentimenti di una realtà da spot televisivo.
L’impressione finale è che Universitari non riesca a guardare in faccia alla realtà (molto più tragica e meno gioviale) e che si concentri sulla delineazione di un paese dei balocchi. Un paese nel quale ce la fanno tutti, ostentando un sorriso perenne. E mentre sullo schermo si assiste a discorsi sull’amore e sul futuro, Moccia si districa tra “bamboccioni” e frasi da bacio Perugina, ricercando la drammaticità all’interno di un contesto da sit com televisiva. Ma non ci si deve preoccupare. Il protagonista Carlo lascia lo spettatore con una “minaccia”, piuttosto che una promessa: «tra 10 anni ci rivediamo qui e ci raccontiamo come stanno andando le nostre vite». L’anatema terrorizza; che Moccia sia interessato a dirigere Universitari – 10 anni dopo?
Uscita al cinema: 26 settembre 2013
Voto: *