Era un tipo piuttosto schivo, schivava i pugni che era una bellezza, come lui non ce n'erano più in giro, un ragazzo di una volta. Per fortuna, perché era brutto come il peccato. Non che sia un peccato essere brutti ma per Abotte era un davvero un peccato essere brutto, soprattutto con un nome del genere. Un nome che veniva tramandato di generazione in generazione, di Volta in Volta.
Siccome i genitori non erano stati abbastanza perfidi ci si era messa anche Madre Natura, donandogli un grazioso girovita che lo faceva sembrare una botte.
Tutto questo accanimento l'aveva preso sul personale. Tanto che Dio non era mai arrivato in casa sua, nemmeno in formato Ronnie James.
Passava tutto il giorno sotto le volte dei portici anche se avrebbe preferito starsene sotto quella gran bella Volta di sua cugina. Era solito scolarsi botti e botti di vino, litri di alcool che tutti in una volta finivano tutti dentro ad un Volta. Da ubriaco gli riusciva difficile arrivare a casa sua e anche quando ci arrivava non riusciva a centrare la serratura con la sua chiave di casa, la chiave di Volta.
Finiva per passarci pure la notte sotto i portici.
Era solito fare a botte, d'altronde era nel suo nome e nel suo fisico con quel baricentro basso. Menava tutti, uno alla volta finivano tutti sotto a Volta che li finiva alla Volta, con un gancio destro. Lui che era di sinistra.
Tutto questo finché un bel giorno, il sole splendeva, in cielo nemmeno una nuvola, era proprio un bel giorno, qualcuno decise di mettere sotto Volta una buona volta. Quel qualcuno erano cinque qualcuno che avrebbero potuto benissimo valere come 10 qualcun'altro.
Quella volta, Volta fu finito senza essere fatto. Chi è fatto e finito almeno è fatto e ha il privilegio di non sentire dolore, ma non questo Volta.
Era un bel giorno, ma non per questo Volta.