Le favole. E la neve.Ecco, soprattutto neve e poesie, e favole, e storie, ed una lingua che ha preso il posto di un'altra. Tanto che ora in quella che era mia non so quasi più formulare pensieri che abbiano una forma compiuta.C'era un tempo, in cui venivano fuori le parole. E c'era persino il tempo per dirle. Ed una lingua, madre.Poi son cambiati gli orizzonti, il paese, la città, i luoghi. L'ordine delle cose.Non so com'è che qualche giorno fa ho incontrato di nuovo Irene. Neanche pensavo scrivesse più. Invece scrive ancora, mozza il fiato, come un tempo.E mi ha fatto ricordare questo posto. Che strano giro per arrivare fin qua.Nel frattempo ho cresciuto due figli, ed un piccolo libro di favole colorate. E Jacqueline è partita per il Marocco, e chissà cos'altro ha fatto chi passava di qui.Uno ancora si nasconde. Come sempre.
E questo posto è sempre uguale. Identico a come l'avevo lasciato.Ho solo cercato di non sentirne la mancanza.