Uno sguardo dall'altana

Da Sandra
Sono nata e cresciuta in centro storico e quindi sono, come dice Pino Ligabue, una Zemiàna (la "z" si pronuncia come la "s" nella parola chiesa) come tutti i modenesi nati entro la cerchia delle mura.Da piccola giocavo in questa piazzettaAllora non era così: non c'erano gli alberi e  nemmeno la fontanella; la pavimentazione era in terra battuta. Una volta, avrò avuto forse otto anni, trovai una banconota da  cinquanta lire; era un rettangolino di carta verde tutto stropicciato e seminascosto tra polvere e sassolini: reprimendo il senso di colpa la nascosi in cantina e  "campai" a caramelle per non so quanto tempo!Proprio sotto questo portico si affacciava il portone di casa "mia".Eccolo, sempre uguale, nel sole del mattinoOra mi sembra tanto piccolo ma da bambina lo vedevo enorme. Ho imparato a giocare a palla-a-muro proprio lì, sotto il numero civico. Ogni tanto noi bambini lanciavamo i due capi di una grossa fune (prestata dal riparatore di biciclette di qualche portone più in là) oltre il ferro che unisce i due lati dell'arcata del portico e, con l'aiuto di un cuscino,  ci costruivamo una favolosa altalena.Altre volte bastava salire le scale, settantadue altissimi scalini, ed arrivare al quarto piano: lassù c'era casa "mia".Le finestre sono ancora al loro posto e quella aperta era, allora, la mia stanza. Da una scala interna si raggiungevano i solai e da lì, pur non trattandosi di una vera e propria altana, si dominavano i tetti in cotto del circondario. L'esplorazione dei solai era un gioco davvero affascinante e, a volte, piacevolmente "pauroso" !I miei genitori erano in affitto e diversi anni fa dovettero lasciare quel bellissimo appartamento (ora lo ricordo così), grande quanto tutto il quarto piano . Qualche tempo fa l'interno caseggiato è stato ristrutturato e non potrei più ritrovare le atmosfere di allora ma l'esterno è ancora lì tale e quale; invidio molto chi ha potuto conservare la casa della propria infanzia.*****ALTANE MODENESI"Altana: piccola e caratteristica costruzione a loggia sul tetto di un fabbricato. Un tempo, nelle ville di città e di campagna modenesi, ospitava lo stenditoio per la biancheria o la piccionaia. Qualche volta, quando era particolarmente ampia, poteva anche ospitare il custode o altra servitù". Da "Dizionario enciclopedico del dialetto modenese", di Sandro Bellei.