di Elisabetta Bagli
Si è appena conclusa la 74ª Feria del libro de Madrid che ha aperto lo scorso 29 maggio e che ha visto l'intervento di 368 Stands (casetas), 471 espositori (tra editori, librerie e organismi ufficiali) e più di 3000 atti di firma da parte degli autori. È stata una vera e propria festa del libro, delle case editrici, degli autori e dei lettori. Quest'anno, ancor di più dello scorso anno, sono stati moltissimi i lettori che hanno deciso di trascorrere intere giornate sotto il sole cocente di Madrid (un paio di esse anche sotto le improvvise grandinate primaverili che, però, non hanno scalfito più di tanto le vendite), tanto che si è registrato un aumento delle vendite del 6,1% rispetto allo scorso anno e questo, come rilevato in un articolo del giornale "El País", significa in soldoni 7.904.000 milioni di euro in più dello scorso anno. Una cifra da capogiro.
Quest'anno, la poesia ha avuto un posto di rilievo in questa manifestazione. Già lo si poteva comprendere dal motto che è stato scelto per l'evento di quest'anno: " El amor está en lo que tendemos/(puentes, palabras)" -L'amore è in ciò che creiamo/(ponti, parole)- evocando i versi di un poema di José Ángel Valente, poeta che, proprio durante questa Feria del libro, ha ricevuto un omaggio in virtù del fatto che proprio a luglio si compiranno i 15 anni dalla morte. Dal settore poetico, così come mi hanno detto varie case editrici specializzate in poesia, tra le quali la prestigiosa Ediciones Vitruvio, sta nascendo una nuova ondata poetica, sebbene siano sempre i poeti classici quelli che sono maggiormente venduti. Pablo Méndez, poeta e proprietario della casa editrice summenzionata, insieme ad altri poeti spagnoli di una certa caratura, hanno ricordato la figura del poeta spagnolo Dámaso Alonso in un atto commemorativo dello scorso 7 giugno dal titolo " Sólo sé que soy hombre y que te amo " (da un verso di un poema dello stesso poeta). Un fatto insolito per la poesia che ci fa comprendere che forse "el rumbo" (la direzione) sta cambiando a favore dell'Arte delle Arti. Speriamo!
Come sapete, sono poetessa e anche scrittrice per l'infanzia (finora, vedremo il futuro che mi riserverà) e anche quest'anno ho ripetuto l'esperienza straordinaria di firmare i miei libri alla Feria del libro
Nonostante sapessi con certezza cosa mi attendeva, mi sono sentita emozionata come se fosse la prima volta e quest'anno poi mi sono portata dietro un'aiutante di eccezione: mia figlia. Ringrazio davvero Carlos e Raisa della Libreria italiana che mi hanno dato la possibilità di poter incontrare persone nuove, incuriosite dai titoli dei miei libri, dalla mia vita, dal mio essere mamma e scrittrice, dal mio esprimere ciò che sono e che sento attraverso i versi di quelle poesie che, in questo momento, saranno lette dai loro occhi. Occhi sui quali mi sono soffermata per pochi minuti, lì alla caseta, mentre firmavo con mano tremante le copie dei miei libri. Il contatto diretto con le persone che non conosci, ma che apprezzano la tua poesia perché hanno letto qualche stralcio o che, viceversa, non la conoscono affatto, ma incuriositi dal titolo e dalla mia persona hanno deciso di avvicinarsi alla caseta dopo aver ascoltato il mio nome dall'altoparlante del Retiro, non ha fatto altro che aumentare il mio desiderio di scrivere ancora e sempre di più!
È inutile dire che nella caseta italiana, i libri che si sono venduti di più sono stati soprattutto libri per la scuola o i classici italiani, ma anche i romanzi quali quelli di Diego Galdino, di D'Avenia, della Mazzantini e Camilleri, ma posso ritenermi davvero soddisfatta e soprattutto molto fortunata per aver visto, di nuovo, la Feria del libro, non solo come lettrice appassionata, ma anche come umile scrittrice che ha tanta voglia di imparare ancora.