Vi propongo alcuni brevi stralci tradotti in italiano:
Negli ultimi decenni abbiamo conosciuto una serie di rischi globali: rischio nucleare, rischio finanziario, l’11 settembre e il terrore – e ora il rischio della libertà digitale e globale. In un certo senso tutti questi rischi sono parte dello sviluppo tecnologico. (...) Ci dobbiamo chiedere se noi in quanto sociologi, cittadini comuni e utilizzatori di questi strumenti di informazione digitale abbiamo veramente i concetti e le categorie adatte per descrivere il cambiamento radicale della società e della politica. Credo infatti che noi tutti non abbiamo le coordinate per questo nuovo mondo digitale. Questo si adatta, di nuovo, alla situazione della società del rischio globale: Siamo stati catapultati, tramite i successi della modernizzazione e l’evoluzione della crescita tecnologica, in ambiti e possibilità di azione per i quali non abbiamo ancora la capacità di descriverle in modo appropriato. (...) Sosteniamo sempre che sta crescendo un nuovo Impero digitale. Ma nessuno degli Imperi storici che abbiamo conosciuto, che siano i Greci o i Persiani, avevano le caratteristiche dell’Impero digitale di oggi. Questo Impero digitale si fonda su una caratteristica della modernità sulla quale non abbiamo ancora riflettuto in profondità. Non si fonda sulla violenza militare, né ha la capacità di realizzare un’integrazione politico-culturale. Dispone tuttavia di possibilità di controllo estensive ed estremamente intense che incidono in ampiezza e profondità e che rende pubbliche tutte le preferenze e debolezze private – tutti noi veniamo osservati. Ma queste possibilità di controllo non ocorrispondon al concetto odierno di Impero. E così c’è un’ambivalenza sostanziale: Abbiamo enormi possibilità di controllo e al contempo un’oscurità inimmaginabile di questo controllo digitale. Nessun poter militare, nessuna rivolta, nessuna rivoluzione, nessuna guerra mette in pericolo l’impero del controllo, ma un singolo e coraggioso individuo, un esperto di servizi segreti di appena trent’anni lo fa vacillare. (...) In questo sistema di controllo perfetto esiste la possibilità di resistenza del singolo che era sconosciuta agli altri Imperi precedenti. (...)
Dovremmo formulare un nuovo Umanesimo digitale. Si dovrebbe rendere il diritto fondamentale della difesa dei dati e della libertà digitale un diritto umano globale e provare a imporre questo diritto come altri diritti umani.
a cura di twitter@uvillanilubelli