Uno Stradivari per la ricerca scientifica

Da Gianluca Dotti @Gianluca_Dotti

Oggi ho pubblicato un articolo su OggiScienza a proposito dei violini Stradivari. I ricercatori dell'Università di Pavia hanno analizzato materiali, vernici e decorazioni a intarsio degli Stradivari originali. Poi hanno tentato di riprodurre delle copie della tavola armonica che, sottoposte ad analisi di laboratorio, fossero indistinguibili dai pezzi autentici: e ci sono riusciti.

L'obiettivo non è certo quello di diventare abili falsari, ma piuttosto quello di capire come i trattamenti del legno e le decorazioni influiscano sull'acustica. Tuttavia, uno dei più grandi rischi di studi come questo è che i ricercatori entrino (loro malgrado) nel campo minato delle botteghe artigiane di liutai e musicisti. Si tratta di un mondo di grande rivalità e concorrenza, nel quale i segreti artigianali sono custoditi come veri e propri tesori.

Tuttavia, la ricetta segreta dei violini di Antonio Stradivari è - appunto - segreta. Ci sono però molti maestri liutai che ritengono di aver carpito alcuni dei trattamenti utilizzati dall'artista cremonese. Il problema è che si tratta di soluzioni e tecniche sviluppate in modo artigianale, che badano a ricreare un risultato sonoro simile a quello degli Stradivari, più che a riprodurre la ricetta originale del Seicento.

Le analisi proposte dai ricercatori danno però risultati tecnico-scientifici quantitativi, che hanno la pretesa di essere oggettivi. Questo significa che le analisi potrebbero "smascherare" alcune riproduzioni che pretendono di essere fedeli, o per lo meno potrebbero aprire a discussioni e dibattiti tra scienziati e artigiani. Certo è che la produzione di strumenti musicali è un'arte che non ha nulla da invidiare a scultura e pittura: il patrimonio artistico italiano dovrebbe essere studiato, analizzato e valorizzato, così come accade per molte altre nazioni europee.