Uno studente

Da Nubifragi82 @nubifragi

Se l’altro ieri non avessi continuamente rimandato di un quarto d’ora l’apertura del libro, perdendo invece tempo su Facebook, se ieri non avessi mollato dopo dieci minuti, pensando allo sfoggio di gambe primaverili delle mie compagnie di classe, se oggi non mi fossi subito arreso all’evidente insuperabilità di una mole di pagine troppo grande da affrontare in un solo pomeriggio e non avessi subito dirottato la mia flebile volontà su siti di varia natura e possibili acquisti al fantacalcio,

ora il mio animo sarebbe leggero, il mio corpo si conformerebbe al letto come solito, il mio grillo parlante non mi umilierebbe gridandomi simili accuse di inconcludenza e il domani apparirebbe come un normale sabato con interrogazione annessa, così che io non sarei qui a sperare che questa notte sia la più lunga della storia, così lunga da allontanare all’infinito quel domani in cui mi sentirò come un ignaro e indifeso modello chiamato ad interpretare un giovane San Sebastiano in una scuola di realismo pittorico d’avanguardia pulp e sanguinolento. Dio, se ci sei aiutami.

Sabato, me lo stavo dimenticando, ma domani è sabato! Alle 13.00 è tregua, 43 ore di tregua. Ma fanculo, un tre o un quattro hanno poca importanza davanti ad un sabato intero. Il tempo di chinar la testa ed andare al posto senza ascoltare troppo la predica e l’accusa. Tutto qui. Poi libertà. Dio c’è. Buonanotte.



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