Oggi tornerò a parlare di uno di quegli argomenti che interessano soltanto me e una manciata di altre persone al mondo. Beh, forse non proprio una manciata, ma un numero di quattro cifre potrebbe essere un buon riferimento, come stima approssimativa. Nel caso specifico, l’argomento è
UnReal World.
UnReal World è un videogioco indie; da un certo punto di vista, incarna l’essenza stessa del videogioco indie, almeno ai miei occhi. Dal 1992, cioè da vent’anni, è sviluppato senza interruzione e con ammirevole costanza da un finlandese, Sami Maaranen, con l’aiuto del suo collega e conterraneo Erkka Lehmus, e tutto per passione personale, visto che il videogioco, di per sé, non potrà mai essere altro che un prodotto di nicchia e non li ripagherà mai neppure di un millesimo del tempo speso a lavorarci. O almeno, non li ripagherà in termini economici. Onore a loro per averlo creato e per portarlo avanti.
UnReal World è un videogioco di nicchia, dicevo, ma sarebbe più preciso definirlo un gioco di nicchia all'interno di una nicchia. La prima nicchia è quella dei
roguelike, una delle più antiche razze di videogiochi ad aver visto la luce, all’alba dei computer, che ancora sopravvive e si ostina a prosperare nel sottobosco degli appassionati (fortunatamente). All’interno di questa nicchia, UnReal World è indirizzato a chi non cerca il solito roguelike imperniato sullo “ammazzali tutti e arraffa più che puoi”; i combattimenti sono una parte secondaria del gioco, che si orienta invece verso un problema differente: sopravvivere in un ambiente naturale.
Come dice appunto il titolo dell’articolo, UnReal World è questo: un roguelike di sopravvivenza, in un’ambientazione che nessun roguelike, e probabilmente nessun videogioco, aveva mai affrontato prima, ossia la Finlandia della tarda età del ferro. Una Finlandia immaginaria, sia chiaro, la Finlandia che, secondo i suoi autori, si sarebbe potuta sviluppare senza le invasioni straniere, fatta di foreste sconfinate, laghi piccoli e grandi, paludi, isolette, qualche collina e, di tanto in tanto, piccoli insediamenti umani, più o meno sviluppati a seconda della cultura di provenienza. In questo scenario si svolge il gioco.
Come ogni roguelike che si rispetti, UnReal World ha un sistema di gioco parecchio complicato e sviluppato. O meglio, ha un sistema di gioco, cosa trascurata da molti videogiochi moderni. Il vostro ruolo è quello di comune abitante dell’antica Finlandia, che dovrà sopravvivere in mezzo alla natura selvaggia. Non è facile. Tutto ciò che vi servirà (o quasi) dovrete costruirvelo da soli. Dovrete procurarvi da mangiare ogni giorno, dovrete ricordarvi di bere, avrete bisogno di un rifugio per la pioggia, abiti pesanti contro il freddo, luoghi riparati per dormire, armi per cacciare (se sceglierete di andare a caccia) e per difendervi da eventuali aggressioni. Soprattutto, avrete bisogno di prepararvi ad affrontare il Generale Inverno (siamo in Finlandia, ricordiamolo): senza una casa, un camino e una buona riserva di legna, morirete assiderati in allegria.
Al momento della creazione del personaggio, potrete scegliere una delle varie culture dell’epoca: ognuna sarà specializzata in determinati campi e questo condizionerà i punteggi delle vostre abilità. Un popolo di pescatori potrebbe non essere molto bravo nella caccia alle renne, mentre un popolo di cacciatori potrebbe non essere molto bravo nella pesca con le reti. A ogni modo, questi sono soltanto i punteggi iniziali, dopodiché potrete sviluppare il vostro personaggio come preferite. Se riuscirete a mantenerlo in vita abbastanza a lungo, è chiaro. Potete creare un cacciatore e farlo diventare un contadino, oppure fabbricare oggetti di vario tipo e commerciarli nei villaggi, in cambio di provviste o altri prodotti. Potete diventare un predone cannibale, che si aggira nella taiga e aggredisce ogni viaggiatore, a scopo alimentare. Il vostro unico fine è sopravvivere nel migliore dei modi: la strada per raggiungerlo la scegliete voi.
Il gioco è quanto di più libero si possa immaginare. Più o meno tutto ciò che incontrerete potrà essere ucciso e mangiato, incluse le persone. Quasi tutti i tipi di animale possono essere scuoiati, per fabbricarsi abiti, pellicce o altri oggetti di cuoio (dopo lunga e opportuna lavorazione). Potete abbattere alberi e lavorare il legno in mille modi diversi, costruire trappole ed edifici, accendere fuochi ed eventualmente bruciare mezza foresta, se non state attenti. All’inizio del gioco è possibile scegliere due percorsi guidati, uno per principianti e uno per giocatori avanzati, e portare a termine le missioni assegnate, per familiarizzare col mondo e i comandi del gioco; se non vi interessa, potete anche scegliere il gioco in totale libertà.
Rispetto al canonico roguelike, UnReal World presenta una interfaccia grafica bidimensionale abbastanza sviluppata, almeno relativamente al genere. Così si presenta la mappa allargata:
E così si presenta un’area della mappa, dopo che avrete zoomato per lavorare al suo interno:
Niente di paragonabile alle grafiche dei moderni giochi, certo, ma neppure la sua giocabilità (e rigiocabilità) è paragonabile: come ogni roguelike maggiore, si trova almeno una ventina di piani al di sopra dei colleghi più “moderni”. Come ogni roguelike, presenta anche una bella sfilza di comandi, per lo più attivabili tramite tastiera: una lista completa la potete vedere premendo
? (il punto interrogativo) all’interno del gioco, mentre
F1 vi aprirà una wiki interna al gioco, con tutte le informazioni sul mondo di UnReal World.
Chiudiamo con argomenti più tecnici. Il gioco è disponibile per sistemi operativi
Windows: lo è stato fin dalla sua nascita e lo è tuttora. Da quest’anno, però, è cominciata la sperimentazione di versioni adatte ai sistemi a base
Linux e ai
Macintosh: sono tuttora un cantiere aperto e non è detto che funzionino sempre, anzi, ma è possibile provarli e partecipare così alla loro messa a punto. I dettagli sullo sviluppo e gli eventuali bug si possono trovare e discutere nel forum,
sul sito ufficiale. In alternativa, gli utenti Linux e Macintosh possono giocare la versione Windows di UnReal World attraverso l’emulatore
Wine, così come è stato per gli ultimi vent'anni.
Seconda cosa: UnRewal World è a pagamento. Beh, pagamento molto simbolico, vista la somma, ma pur sempre un pagamento. È possibile scaricarlo e giocarlo gratuitamente dal sito ufficiale, in una versione di prova che ha tutte le funzionalità della versione a pagamento, ma il vostro personaggio sopravviverà soltanto per dieci giorni. Se riuscirete a non morire di fame prima, cosa non certo scontata per chi è alla sua prima esperienza. Per giocare a tempo indeterminato, invece, è necessario registrare il gioco, allo spaventoso prezzo di due euro. Esistono anche altre opzioni di acquisto a prezzi superiori, per chi volesse acquistare una registrazione valida anche per i futuri aggiornamenti e così via, ma la versione standard da due euro è più che sufficiente per tutte le vostre esigenze.
Ah, il gioco è in inglese.