Uomini in moto. Marcello Lo Vetere

Da Motociclistidatavola
Piccola premessa: quando un libro lo leggi in una giornata scarsa (durante la quale accompagni anche le tue figlie due ore alla festa della Befana e metti anche in ordine il garage) allora vuol dire che parliamo di qualcosa di veramente ben scritto.
Il libro di Lo Vetere l'avevo in libreria da qualche tempo, non l'ho letto appena preso. E' rimasto lì a stagionare un po', in attesa che arrivasse il suo momento. Forse mi avevano scoraggiato il sottotitolo e la presentazione, coi riferimenti alla crisi, al momento di difficoltà, la perdita del lavoro, l'instabilità. Insomma, a tempesta passata tutti pensano a quanto fossero alte le onde ma durante tutti vogliono solo che passi.
In realtà il libro è scritto ed ambientato in un contesto di crisi ma non ha le tinte così fosche come avevo inteso, tutt'altro.
Ma veniamo al libro. Anzitutto i libri sono due, una prima parte di romanzo ed una seconda di raccolte di interviste a motociclisti di ogni esperienza e caratura.
La prima parte mi è piaciuta perchè è coinvolgente. Intanto è scritta al futuro, chi narra è a conoscenza di quello che succederà, di come si intrecceranno i protagonisti e ci anticipa gli eventi. Insomma, uno stile abbastanza inusuale, soprattutto nei libri che si collocano nel settore "moto" di biblioteche e librerie, in genere molto semplici nello stile.
Altro dettaglio è uno stile narrativo che tanto abbiamo visto utilizzato in TV, uno stile fatto di dettagli che si inseguono anche se inutili o non funzionali, solo per dare spessore alla storia. Avete presente Lucarelli? Come se io dicessi "Sono stato al bar a prendere un caffè, la barista non ha sentito la mia richiesta di farlo in vetro perchè una buona parte del suo cervello era assorta dal pensiero del numero di telefono trovato nella tasca della giacca di suo marito. Già un tempo un ritrovamento simile aveva segnato l'inizio di un periodo fatto di litigi e fughe che era finito con una promessa fatta davanti ad una candela ed una bottiglia di vino. Quel ritrovamento poteva significare che la promessa era stata infranta, adesso la sua paura era troppa per farle sentire la mia anomala richiesta". Spero di aver chiarito il concetto. In questo modo tutta l'ambientazione ci diventa quotidiana e famigliare, ogni personaggio ha una sua storia e ci appartiene. E' molto visivo, molto coinvolgente. Il mix di narrazione e utilizzo del futuro sono molto coinvolgenti.
La seconda parte del libro, che comunque si intreccia con la prima, è una raccolta di interviste a motociclisti. Motociclisti nel senso meno "disambiguato" del termine, per citare wikipedia, ovvero che abbraccia tutti gli utilizzatori di moto, siano essi piloti o motociclisti o, addirittura, scooteristi. Ancora una volta, oltre al contenuto, è la forma a colpire. Le interviste sono ricostruite, sono arricchite e rese interessanti anche laddove non si dispone che di poche risposte (vd Stoner). Insomma Lo Vetere fa un lavoro molto più intelligente e interessante che non "sbobinare" quanto raccolto. I contenuti sono anch'essi molto interessanti, sia che vengano fatti da pluri-campioni, sia che parlino di massimi sistemi che di piccoli episodi. LoVetere coglie il succo di quanto gli viene raccontato e lo evidenzia bene. Riesce a pulire il tutto dal superfluo e a trasmetterci quanto di più saliente.
Quindi, veniamo alla fine.

Un bel libro. Un libro diverso di cui mi rimane la grande cura con cui è scritto (fatta eccezione per un Paolo Meda che dev'essere scappato....), la ricerca anche stilistica, oltre che di contenuti. In genere i libri degli scaffali "Moto" peccano sempre di eccessiva semplicità (fatta eccezione per qualche scrittore realmente capace) mentre in questo caso lo stile è parte della piacevolezza della lettura.
Altro dettaglio: ogni volta che si fa riferimento ad un episodio sportivo c'è il rimando su come recuperare su YouTube quanto descritto. Molto moderno e utile, ho quasi sempre interrotto la lettura per recuperare le immagini dallo smartphone.
Ve lo consiglio, non fatevi ingannare dal sottotitolo "Racconti e cronache durante la crisi economica" non c'è nulla che vi possa intristire o deprimere.