Uomini, mezz’uomini, ominicchi e quararaquà

Creato il 01 marzo 2012 da Winged_zephiro

Il video del manifestante No Tav che schernisce e insulta il carabiniere in armi, tentando di provocarne la reazione e poter così gridare alla violenza subita, è un ritratto morale della nazione per come essa è divisa non fra diverse tifoserie politiche ma fra differenti razze spirituali. Dopo la battaglia di Valle Giulia un intellettuale di sinistra come Pasolini scrisse una poesia in difesa dei poliziotti malmenati, veri figli dei poveri, contro la protervia dei figli di papà sessantottini, nuove leve del radicalismo utopista e violento. Oggi si ripete questa polarizzazione degli spiriti in blocchi contrapposti, tramontata l’ideologia comunista e fascista non rimane altro che la miseria dell’ecologia ad attrarre i giovani borghesi, frutti marci del progresso e anime piene di vizi, verso uno sfogo giustificato della loro violenza endemica. La cultura dei diritti separata da quella dei doveri è un veleno per le anime nascenti, che imparano così a pensare ogni cosa come dovuta e di conseguenza si schiantano sullo scoglio di ogni divieto e di ogni diniego, naufragio della loro volontà di potenza e dunque pretesto scatenante della loro follia esplosiva o implosiva. Il teppismo politicamente corretto sancisce inoltre il fallimento della scuola pubblica obbligatoria, che in nome del progresso e della modernità ha abbandonato ogni residuo di codice militare, pietra lidia della pedagogia, in favore di protocolli didattici capaci non di educare ma casomai di corrompere una generazione. A quanto pare un uomo può imparare più in un anno da militare che in dieci anni da studente, quello che a noi pare lo stoicismo di un uomo saggio davanti alla stupidità di un quaquaraquà è in realtà l’obbedienza del milite all’ordine del suo superiore, che vale più della sua rabbia per le offese ricevute: ubi maior minor cessat. Ma noi siamo passati dal riconoscere caricature infernali di autorità (i vari ducioni) al non riconoscere autorità alcuna, che è premessa della peggior schiavitù.

(pubblicato dall’autore anche nella sezione Hyde Park Corner de Il Foglio.it)



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