Conoscevo Gianni Pennacchi perché abbiamo fatto alcune missioni insieme. Era un buon giornalista, uno di quelli che non si danno arie e fanno bene il loro lavoro, senza risparmiare consigli ai colleghi meno esperti. E mi ha molto impressionato la fine che Gianni ha fatto. A Natale scorso si è arrampicato su una scala per prendere dal soppalco l'albero sintetico da addobbare, ha perso l'equilibrio, è caduto
Un altro episodio riguarda il Grande Trombato di questa edizione. Paolo Sorrentino è senza ombra di dubbio uno dei migliori - se non il migliore - regista italiano in circolazione. I suoi film sono stati tutti grandi successi di critica (cosa alla quale i cineasti italiani tengono molto di più che al botteghino) e l'arrivo in cinquina con il romanzo d'esordio sembrava più un capriccio d'autore che una vera pretesa. Eppure lui - l'unico che da una mancata vittoria non aveva da rosicare più di tanto - intervistato da Lamberto Sposini sulla modesta prestazione del suo 'Hanno tutti ragione' tra i 400 amici della domenica, si è lasciato andare a un paio di commenti da rosicone d.o.c. che dovrebbero aver amareggiato i suoi fan meno smaliziati. Roba che neppure la Salma sarebbe riuscito a eguagliare.
Ma la vera grande sconfitta non è Silvia Avallone che - da ragazza intelligente qual è - ha capito bene che il caso Paolo Giordano è l'eccezione e non la regola, ma la Rizzoli che dopo aver speso una barca di quattrini nella promozione di 'Acciaio' e aver schierato al Ninfeo non l'artiglieria pesante, ma l'arsenale nucleare (Cesare Romiti e Paolo Mieli in persona) ha incassato l'ennesimo ceffone a due mani dalla Mondadori. Si parla tanto di strapotere della Mondadori, ma nessuno si domanda se invece non ci sia qualcosa (o qualcuno) di profondamente sbagliato nell'organigramma della Rizzoli. Che per quanto si possa organizzare una massiccia campagna di lancio su un romanzo che a detta di molti è davvero buono (ahimè confesso di non averlo ancora letto) resta una cialtroneria di fondo capace di minare qualunque sforzo. E parlo per esperienza diretta: chi segue questo blog sa che ho una controversia in corso con la Rizzoli per il fatto che ha utilizzato il titolo 'Il Corruttore' per il romanzo di un celebre psichiatra appena sei mesi dopo che il mio 'Il Corruttore' era stato in finale allo Scerbanenco proprio con un altro libro di Rizzoli. Qualcuno non si è neppure preso la briga di andare a controllare su Google: ancora oggi sono la seconda voce nel motore di ricerca e allora ero la prima. Ma ci sarà pure un giudice a Berlino...