uomini soli

Creato il 05 ottobre 2015 da Plus1gmt

Sapete a chi appartengono questi piedi?

Non me ne vogliate per la spoilerata involontaria, ma questi piedi, questi stivali e quel manico di chitarra sono di Riccardo Fogli, ripreso nell’atto di riunirsi ai Pooh al completo comprensivi addirittura di Stefano d’Orazio, il batterista che nel 2009 era uscito dal gruppo. Una separazione di breve durata, altro che quella dell’interprete di “Storie di tutti i giorni” che invece era uscito dal quartetto più famoso d’Italia (anzi no, secondo solo ai Cetra) nel 1973. Questo è la prova che i cantori della solitudine per eccellenza da soli proprio non riescono a stare.

E pensare che “Uomini soli”, che ha pure vinto un Sanremo rilanciando i Pooh dopo anni di arbitrario oscurantismo, è la canzone che mi balena in testa da sempre quando le circostanze mi impongono di sentirmi senza speranza. Avrete immagino anche voi un repertorio di brani in un juke-box mentale pronti a essere gettonati a seconda di certi stati d’animo estremi che hanno per forza bisogno di una colonna sonora. Io quando ho quei momenti in cui penso che nessuno mi capisce sono condannato all’ascolto forzato di “Uomini soli”, con quegli acuti di Facchinetti che vi giuro che non c’è niente di peggio.

Non c’è niente di male invece a starsene da soli. Le donne però da sole hanno una dignità che tutti gli uomini invidiano, probabilmente perché in testa a loro risuona ben altro che una canzone dei Pooh. Ieri correvo lungo il fiume della mia città natale che, per la condizione di abbandono della città stessa ma soprattutto di quel quartiere lì, non ci sono eguali sui livelli di depressione a cui può indurre. Ma io avevo la mia playlist ben piantata nelle orecchie, quindi per fortuna non c’è stata nessuna hit dei Pooh a prendere il sopravvento. Però ho incontrato più di una donna camminare senza nessuno accanto lungo quella pista ciclopedonale del viale alberato sommersa da rami e foglie, con l’asfalto pieno di imperfezioni e a fianco il letto del fiume in uno stato di quelli che poi quando in Liguria ci sono le alluvioni si stupiscono tutti.

Comunque osservavo le donne da sole e pensavo a quanti s’incamminerebbero soli, così incuranti del giudizio altrui. Perché le persone che fanno cose da sole le guardano tutti con pena. Ecco, non dovreste farlo perché invece camminare, starsene seduti su una panchina a leggere, andare al cinema e persino mangiare in un ristorante da soli è una figata. A ogni età: io l’ho fatto a 25, a 30, a 40 e a quasi cinquanta ed è da molto che proprio non ci faccio più caso tanto per me è un comportamento naturale. Anzi, vi dirò, potete anche non rinnovarmi più la tessera ARCI del club degli “Animali Sociali”, quando non c’è nessuno mi annoio sensibilmente di meno.

Capisco però che arriva poi una certa età in cui si diventa più bonaccioni, si ricerca più la solidarietà e la condivisione altrui forse perché arriva il momento in cui il ronzio nelle orecchie e, in genere, tutte le percezioni che avvertono gli altri sensi delle persone anziane, diventano meno sopportabili. O magari, come nel caso di Riccardo Fogli, qualche soldino in tasca in più non guasta, soprattutto di questi tempi e con tutti i rischi che corrono i pensionati. Ma quali rischi? Sono gli unici che si possono permettere ancora di lavorare con la musica e di contare su un sacco di agevolazioni e ingressi gratis. Quindi siamo d’accordo: Fogli è tornato nei Pooh per un’operazione commerciale che fa il pari con il tour di Baglioni e Morandi, e si vede che dalle nostre parti non sanno proprio più cosa inventarsi piuttosto che investire sui gruppi esordienti. Malgrado ciò, la versione 2015 di Pensiero (dal cui video è tratto il fotogramma che ho messo su) spacca di brutto.



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