Scivola una fotografia tra le mie dita
e sorrido guardandomi in un cappotto troppo lungo
come uno strascico nuziale nella neve.
Contrasto celestiale tra bianco e nero.
ricordo pulsante e gioioso
nettare che accarezza la mente
ed illumina gli occhi.
Tutto intorno torna ad essere buio
con luci impazzite che dipingono simboli sui corpi.
Quel roteare instancabile della testa
con la musica che carica.
Quella sfida, uno contro l’altra,
Troppo corti i miei capelli
troppo biondi i tuoi ,
lasciano scie luminose incatenando il mio sguardo.
E continuo instancabile a roteare la testa
sinchè diventa ondeggiare di un solo corpo unito,
ed i miei capelli diventano lunghi e biondi
li sento che coprono il mio viso e accarezzano il collo.
Uomo del Nord ti chiamo
strappandoti risa che illuminano la notte
e mi stringo in quel cappotto
enorme e protettivo che testardamente voglio sentirmi addosso,
mentre l’inverno ci accompagna in corse veloci,
in lunghi silenzi osservando laghi ghiacciati,
e in parole che si cristallizzano nel cielo.
Uomo del Nord ti chiamavo e i tuoi occhi divennero seri.
La primavera cancellava le mie orme dal tuo sentiero.
mentre allontanandomi mi svestivo di quel cappotto caldo e protettivo.