Desidero
intensamente incollarmi come descrizione la peculiarità
dell’ambiente in cui sono cresciuto.
Trovo
romantico appiopparsi legittimamente un suadente “di bosco”, “di montagna”, “di
golena”, “di sabbie”, “di doline”, di nebbie”, “di mare”.
“Di laguna” mi fa
vibrare particolarmente.
Sarebbe il mio apogeo, la mia vetta.
Nelle
lagune cadono gli ubriachi.
Nelle lagune dell’altro emisfero vengono celermente
dilaniati dai coccodrilli. Camminano a fatica lungo la lingua di terra che
separa le acque salate dalle salmastre, cercando di pendere verso la laguna; nell’oceano
annegherebbero. Ho sentito in Messico racconti di ubriachi precipitati nella laguna,
caduti da finestre o balconi dei luoghi diperdizione, puntualmente sbranati.
Fa tanto
condottiero, l’uomo “di laguna”, fa esploratore, viaggiatore senza paura, con
mille e mille macchie nell’anima. Macchie agrodolci.
E’
sindacabile il mio sentore; “di mare”, sicuramente, gode di maggior fama, ma l’uomo “di laguna” conosce
due acque.
Un
ragazzetto cresciuto intorno al vecchio porticciolo di Savona potrebbe
definirsi “di sabbie relitte”, perché le hanno prelevate dai fondali marini,
oppure “d’ostacolo”.
"Sono un uomo d'ostacolo"... Servono spalle ampie, per mostrare il volto con questa cicatrice.
Savona è un ostacolo, venendo da Cuneo. Compare all’improvviso
(non ricordo segnali premonitori). Ci si accorge che il mare è a pochi metri,
ma davanti ai nostri occhi c’è la città.
La mia auto definizione ambientale sarebbe
incresciosa: sono nato a Milano, ma da bambino mi sono spostato in Brianza, al
seguito dei miei, in provincia di Como.
Ora,
ripercorrendo la mia infanzia, qual è il tratto peculiare della mia Brianza da
bimbo?
La
campagna era già troppo frammentata, per essere tale.
Le nebbie impenetrabili erano
relegate nei libri. Mai viste, ma i vecchi me ne parlarono a lungo: le nebbie
ed il gelo. Tutto sparito, storie d'altri tempi, come i tedeschi.
Mi
rincresce di non aver vissuto i nebbioni solidi. Li ho frequentati per un certo
periodo, nella zona della bassa mantovana; la gente ne risente. Ricordo che la nebbia
deponeva sugli argini le vittime notturne di quel vivere di poco.
Li preparava di notte, per farli trovare la mattina.
Inevitabilmente, però,
arrivo al dunque.
Tentenno,
per ovvi motivi, ma nel mio caso dovrei citare le deiezioni di gallina.
E… Quindi?
Share
Potrebbero interessarti anche :