Uova non commestibili : Fabergé

Creato il 02 maggio 2014 da Arscreativo

Uova non commestibili : Fabergé
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Pasqua è passata e con lei lo sono anche le uova di cioccolata. Ma ci sono uova che decisamente non risentono del tempo, non si consumano e non passano di moda. Uova che decisamente non si possono comprare al supermercato. Uova che han fatto la fortuna di un artigiano russo.

Peter Carl Fabergé dalla gioielleria “Fabergé”. La storia iniziò nel 1885, quando lo zar Alessandro III decise di dare in dono alla moglie, l’imperatrice Maria Fedorovna, un uovo per celebrare la Pasqua ed il 20° anniversario del loro fidanzamento.

L’uovo, di smalto bianco opaco, aveva la struttura tipica delle scatole cinesi o delle matrioske russe: all’interno vi era un tuorlo tutto d’oro, a sua volta contenente una gallina d’oro e smalti colorati con gli occhi di rubino. Quest’ultima conteneva una replica in miniatura della corona imperiale contenente un piccolo rubino a forma di uovo. L’imperatrice fu così felice di questo regalo che Fabergé fu nominato “gioielliere di corte” ed incaricato di fabbricare un “uovo di Pasqua” all’anno, con la condizione che ognuno di essi fosse univoco e contenesse una sorpresa.

A partire dal 1895, anno in cui Alessandro III morì e salì al trono suo figlio Nicola II, vennero prodotte due uova all’anno, uno per la nuova zarina Alexandra Fyodorovna Romanova e uno per la regina madre. Nessun uovo fu invece prodotto nel 1904 e nel 1905 a causa delle restrizioni imposte dalla guerra russo-giapponese.

Tra il 1885 e il 1917 vennero realizzate 50 uova “imperiali”, 43 delle quali sopravvissute fino ai giorni nostri. I temi e l’aspetto variavano ampiamente e la preparazione di ogni singolo uovo occupava un intero anno.

Oltre alle “uova imperiali”, un’altra prestigiosa collezione fu realizzata per il nobile russo Alexander Kelch, un uovo all’anno dal 1898 al 1905, come regalo per la moglie Barbara. Quest’ultima vendette poi le uova nel 1920.

Altri sette uova sono state realizzate al di fuori quei queste due collezioni. Delle 65 “uova Fabergé”, 57 sono sopravvissute fino ai giorni nostri. Dieci delle uova di Pasqua imperiali sono esposte al Cremlino Armory Museum di Mosca. Altri nove sono in suolo russo, appartenenti alla collezione di Viktor Vekselberg, che ha anche due delle uova Kelch e tre fra le altre realizzate.

Oggi, con Katharina Flohr come Creativa e Amministratrice Delegata, e il suo team creativo, Fabergé sta forgiando un forte e fresca identità nel campo della gioielleria.

Sarai ancora felice con uova di cioccolato? ! Beh … Di certo, sarà sempre più gustoso!

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