Il mondo di sopra della nostra recensione, quella parte in cui spendiamo belle parole raccontando i punti positivi e propositivi della pellicola, sicuramente vede un forte impatto visivo che trascina lo spettatore in un’atmosfera che non può non affascinare. “Upside down“, mentre gioca nell’omaggiare pellicole del genere come “Gattaca” o “The island” e classici della letteratura come “Romeo e Giulietta“, può fare vanto di una scenografia digitale invidiabile con un potere mesmerico su uno spettatore che di certo inclinerà la testa per vedere meglio. Altro aspetto imponente è la scena sui due palchi del film di uno straordinario Jim Sturgess che sembra eclissare la sua coprotagonista più famosa, grazie ad una prova avvincente perchè perfettamente calata nei panni del protagonista Adam, con la sua ingenuità e genuinità.
Il mondo di sotto della nostra recensione, quella parte in cui ci imbattiamo negli stenti della pellicola e negli aspetti più freddi e deboli, sicuramente è quello che vede più carne al fuoco. Se da un lato infatti troviamo lo sfarzo della scenografia, dall’altro troviamo la povertà di una sceneggiatura che sembra aver fretta di finire. E questa impazienza, dopo l’inizio piuttosto promettente, avanza lasciando buchi enormi durante il film, in cui si ha spesso l’impressione che la bobina al cinema sia stata tagliata senza motivo e per sbaglio, o almeno è ciò che quasi si spererebbe pur di non ammettere la vistosa carenza di sceneggiatura e creatività. Passaggi precipitosi di scena e situazione, imprecisi quanto sbrigativi cali di tensione, sommarie e svelte caratterizzazioni dei personaggi. “Upside down” finisce col perdersi su sé stesso, con un classico finale buonista e patetico in cui l’amore salverà il mondo, sullo stile di teen movie come “Twilight” e “Warm Bodies“, e questo è tutto dire sulla riuscita di un film che parte bene ma che si perde in pietose situazioni, finendo col dimenticarsi totalmente della potenza espressiva e dei contenuti di “Romeo e Giulietta“. Ed ovviamente, altra nota da penna rossa, è la banalità dell’opera che si gioca tutto con l’impatto estetico e lo sbalordimento iniziale dello spettatore che, tuttavia, finisce con l’assopirsi pian piano e laddove erano richieste innovazioni e picchi creativi, troviamo situazioni già viste, trite e ritrite.
“Gravità. Si dice che non la si possa sfidare. Ma se l’amore fosse più forte? Taluni dicono che i veri innamorati sono un’unica anima separata alla nascita e quelle due metà sempre brameranno di riunirsi.” Anche la pazienza degli spettatori più romantici si dice che non si possa sfidare, ma se la pellicola fosse così penosa? Al coraggio estetico, sicuramente era richiesto più ingegno e più tenacia per far si che “Upside down” potesse entrare nell’olimpo dei film che raccontano davvero l’amore, non quello a buon mercato, ed invece anche questa volta siamo davanti ad un film che lo svende regalandolo ai più superficiali e creduloni. Sciupone.
Voto 4/10