Upside Down

Creato il 01 aprile 2014 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1


Nell'universo, due mondi si trovano l'uno in opposizione all'altro. Non è solo la doppia gravità a contraddistinguere i due pianeti, perché da giù a su cambia tutto. Cambia la storia, cambia la scenografia e i protagonisti vengono mossi da ragioni differenti. Il mondo di sotto è in miseria, così come i suoi stessi abitanti. Di sopra invece regna il benessere, la perfezione fin dentro le cose.
Affascinante fin da subito, immaginarsi questi due mondi contrapposti, destinati a non conciliare mai, per loro stessa natura astrofisica. Eppure nel mezzo, nel punto in cui qualcosa combacia esattamente, sembra esserci la sola possibilità di cambiare le leggi universali fino ad allora accettate e rispettate. E cosa riesce a stravolgere le leggi, più di una guerra, più di mille battaglie? Beh, l'amore, è chiaro.
L'amore in stile shakespeariano, quello dal sapore tragico che preannuncia morte fin dalle prime righe della storia. Romeo e Giulietta che si amano, nonostante l'odio di due famiglie contrapposte, come due mondi impossibilitati a comunicare. E' così che Juan Solanas imposta il suo Upside Down. Un film uscito nel 2012 che mescola il romance alla fantascienza. Lo fa riuscendoci, dal punto di vista visivo, dunque spettacolare. Ma non porta nulla di più, nulla che vada oltre quella suggestione e quel fascino gravitazionale, che si consuma e vive nel preciso punto in cui i mondi si sfiorano. Ed è l'amore a muovere tutto, perché Adam rischia di ardere vivo pur di raggiungere la sua Eden al mondo di sopra. La passione e la gravità che mettono a rischio tutto, vengono rese al meglio ma credo ci si convinca di questo, solamente perché è l'idea a piacerci davvero.

Passato lo stupore, rimane infatti l'amaro in bocca per una storia che avrebbe potuto lasciare il segno, ma non lo fa. Tutto si consuma in una bolla. Tutto si consuma in due corpi che pur di combaciare rischiano la vita, eppure non ti travolgono con la loro stessa presenza scenica. Kirsten Dunst fa la sua parte, ma non rimane nulla di significativo della sua Giulietta del piano di sopra. Era davvero bello pensare a una storia dove per salire bisognava scendere giù, e per scendere salire su. In fondo le storie complicate, quelle destinate al tragico epilogo che non prevede lieto fine, sono quelle più memorabili. Quelle che ti ricordi con maggiore ansia, e quando ne parli inizi a balbettare e il fiato ti viene a mancare, come se avessi corso cento scalini tutti in una volta. Upside Down doveva fare questo, affannare lo spettatore durante la corsa verso la battaglia definitiva, dove due mondi avrebbero potuto finalmente incontrarsi.(E non lo fa).

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