”Di fronte a giudizi cosi’ netti, non potrei spiegarmi una decisione diversa dall’archiviazione delle posizioni del dottor Nobile e della dottoressa Fasciani”, ha dichiarato Giovanni Cocco, ordinario di diritto penale all’Universita’ di Cagliari, che difende i due chimici insieme con Nerio Dioda’, del foro di Milano.
Le dichiarazioni fanno riferimento alla questione Uranio impoverito e “sindrome di Quirra”.
I due legali hanno chiesto ai consulenti ”se, tenuto conto di tutte le relazioni disponibili, Gabriella Fasciani e Gilberto Nobile possano essere ritenuti responsabili delle condotte attive ed omissive loro contestate nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari”. La risposta dei due esperti e’ che ”in base ad una approfondita valutazione delle relazioni disponibili, si puo’ affermare che non vi furono errori operativi da parte dei dottori Gabriella Fasciani e Gilberto Nobile, bensi’ scelte motivate. Si escludono omissioni anche per solo errore materiale, mentre le conclusioni rispecchiano l’esito dei controlli analitici richiesti ed effettuati e sono espresse secondo i canoni degli studi chimico-analitici su matrici complesse”. Gli esperti hanno anche dichiarato ”Non e’ qui trascurabile ribadire -che presso Sgs Italia non era possibile alterare in alcun modo i risultati di qualsiasi operazione, senza che restassero tracce indelebili ed evidenti di tali atti, che non abbiamo assolutamente rinvenuto”.
”L’operato dei dottori Gabriella Fasciani e Gilberto Nobile si e’ svolto secondo i principi e le regole comunemente riconosciute dal mondo scientifico – proseguono gli esperti – La progettazione delle attivita’ venne effettuata in aderenza ai dettati del capitolato, ma anche attraverso incontri e contatti con i rappresentanti della Committenza e degli Enti territoriali. La relazione dei dottori Fasciani e Nobile risulta completa e veritiera e le conclusioni rispecchiano l’esito dei controlli analitici richiesti ed effettuati.”A tal riguardo è utile ricordare che Gabriella Fasciani e Gilberto Nobile hanno coordinato, tra il 2008 e il 2010, il lavoro di analisi chimica assegnato a Sgs Italia per la ricerca di sostanze inquinanti nei terreni del Poligono di Quirra. SGS Italia e’ una delle cinque aziende tra cui e’ stato suddiviso il piano di ricerca commissionato dalla Nato e i risultati sono stati concordi, anche da parte delle altre aziende coinvolte, nel negare un legame certo tra l’inquinamento del Poligono e le attivita’ militari.