“Una legge forte contro il tabagismo”: può sembrare una battaglia inusuale quella annunciata attraverso la stampa da un’associazione della società civile camerunense, la C3T (acronimo di ‘coalizione camerunense contro il tabacco’). Eppure, nel paese dell’Africa centro-occidentale, il fumo può essere considerato una vera e propria emergenza sanitaria.
“Ogni anno - si legge nell’appello dell’associazione - il tabacco uccide più della malaria, la tubercolosi e il virus dell’Hiv messi insieme”. Più precisamente, secondo i dati di un’indagine condotta nel 2013 dall’Istituto nazionale di statistica e dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms - Who), circa 66.000 persone ogni anno muoiono per le conseguenze del fumo.
La percentuale di camerunensi fumatori, inoltre, è dell’8,9%, cifra che però è più che raddoppiata tra i minori di 15 anni: 18%. Anche da qui parte l’invito della C3T a contrastare questa tendenza: “Malgrado le campagne di disinformazione e gli ostacoli - prosegue l’appello - governo e parlamento devono resistere all’industria del tabacco e adottare leggi che sono massicciamente sostenute dalla popolazione”.
In particolare, le richieste riguardano misure di prevenzione contro l’esposizione al fumo, la proibizione della pubblicità di prodotti derivati dal tabacco (formalmente già in vigore, ma poco rispettata) e infine l’aumento dei prezzo di questi stessi prodotti tramite “una tassa per la salute pubblica”.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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