Obiettivo della ricerca è riuscire a produrre P-5 o JP5 (dall’inglese Jet Propellant), un combustibile che, almeno fino a oggi, è stato ottenuto dal kerosene e destinato ai velivoli delle portaerei.
Oltre a un evidente vantaggio in termini ambientali, il successo del progetto aumenterebbe notevolmente la sicurezza delle portaerei, dove il rischio di incendio è particolarmente elevato.
“Il potenziale profitto del progetto deriva dalla capacità di produrre scorte di JP-5 direttamente in mare, riducendo la logistica, gli oneri ambientali e rafforzando di conseguenza la sicurezza e l’indipendenza energetica della Marina”, spiega il ricercatore chimico Heather Willauer”.
I ricercatori della US Navy stanno sviluppando una tecnologia capace di recuperare la CO2 e produrre H2 grazie alla realizzazione di una cella elettrochimica ad acidificazione, e di convertire idrogeno e anidride carbonica in catene idrocarburiche che possono essere utilizzate a loro volta per produrre carburante.
Proseguono dunque gli esperimenti condotti dalla marina militare americana nel settore del biofuel. Già due anni fa, era stata presentata la prima nave che funziona con le alghe marine.
Staremo a vedere cosa ci riserva il futuro.
[foto da wallpapers-diq.net]