Usa 2016, domani si vota in New Hampshire: i sondaggi danno in vantaggio Trump e Sanders

Creato il 08 febbraio 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

In New Hampshire, dove si voterà per le primarie domani, martedì 9 febbraio, Donald Trump e Bernie Sanders si confermano favoriti secondo l’ultimo sondaggio della Monmouth University. I media mettono però in evidenza come in New Hampshire i sondaggi si rivelano spesso menzogneri. Basti ricordare il 2008 quando il senatore Barack Obama era in netto svantaggio su Hillary Clinton e poi vinse clamorosamente.

La situazione nei sondaggi in New Hampshire tra democratici e repubblicani. Sul fronte repubblicano Trump guida col 30% davanti al governatore dell’Ohio John Kasic al 14% e al senatore di orgini cubane Marco Rubio e l’ex governatore della Florida Jeb Bush, entrambi al 13%. L’ultraconservatore Ted Cruz, vincitore in Iowa, è solamente quinto al 12%. In campo democratico il “socialista” Sanders ha dieci punti di vantaggio su Hillary Clinton: 52% a 42%.

Per vedere una donna presidente degli Stati Uniti “hanno tutta la vita davanti”. Questo si dice per spiegare il motivo secondo cui la candidata per la nomination democratica Hillary Clinton non sembra fare breccia tra le giovani elettrici democratiche, che invece accorrono in massa a sostenere il senatore “socialista” Bernie Sanders paladino dei millennial. E allora femministe e non si mobilitano: è questa la “rivoluzione”. La conferma che la campagna di Hillary non è decollata tra i giovani è giunta nero su bianco dai caucus dell’Iowa dove una schiacciante maggioranza di ragazzi le ha preferito il senatore del Vermont.

I consensi della Clinton tra donne e giovani. Questo schema si preannuncia ripetersi con il voto in New Hampshire di domani, ed è un dato che fa riflettere la stessa candidata quando, consapevole di questa sua lacuna, afferma che “non importa se i ragazzi sono con me. Io sono con loro!”. Così il “campo Hillary” si interroga sul tema e si mobilita, al punto che la storica femminista Gloria Steinem, in quello che sembra un eccesso di zelo, incappa pure in uno scivolone quando osserva che le ragazze “vanno dove ci sono i ragazzi”. “Le donne diventano più radicali quando perdono potere. Sono più attiviste quando crescono. E quando sei giovane cosa pensi? Pensi “dove sono i ragazzi?”. E i ragazzi sono con Bernie”. Ha detto l’icona del femminismo in quello che voleva essere un modo per spronare le giovani millennial a considerare l’importanza di votare una donna per la presidenza degli Stati Uniti, però il suono di quelle parole resta fastidioso per molte orecchie tanto che Gloria Steinem è stata poi costretta ad aggiustare il tiro, specificando sul suo progfilo Facebook che non intendeva affatto sminuire l’impegno politico delle giovani generazioni di donne.

Intanto scende in campo anche Madaleine Albright, la prima donna segretario di Stato in America, che è comparsa accanto ad Hillary Clinton in New Hampshire proprio per sottolineare che, se e’ di “rivoluzione” che stiamo parlando, (Sanders corre al grido di “rivoluzione politica” ndr), allora eleggere la prima commander in chief donna sarebbe rivoluzionario eccome. E il messaggio è ancora una volta rivolto in particolare alle “ragazze”: “Possiamo tutte raccontare la nostra storia su come abbiamo superato gli ostacoli e molte di voi giovani donne penserete che è fatta. No, non è fatta”, ha detto Madelene Albright e poi ha incalzato: “Sappiate che c’è un posto specifico all’Inferno per le donne che non si aiutano l’un l’altra”. Come aveva fatto già nel 2008, Hillary Clinton fino ad ora è stata cauta nel “giocarsi” la carta della donna che corre per la presidenza, ha piuttosto evidenziato la convinzione di essere la “persona giusta” per guidare il Paese, ma di recente l’argomento emerge con maggiore frequenza e sì, lo ha ammesso in televisione due giorni fa, una sua vittoria alle presidenziali sarebbe una “vittoria storica”. (ANSA)


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