A poche settimane dal caucus in Iowa che, di fatto, aprirà la stagione delle primarie statunitensi – democratiche e repubblicane – qualcosa sembra cambiare tra le file dem. Hillary Clinton, stra-favorita della competizione (secondo molti lo sarà anche quando partirà la corsa vera e propria per le presidenziali) ha cambiato “bersaglio”: non più, o meglio, non solo i principali esponenti repubblicani – quasi a rivestire il ruolo di candidata democratica sicura di nomina –, bensì il più agguerrito rivale in casa, il senatore Bernie Sanders. Così, all'ultimo dibattito televisivo che si è tenuto domenica a Charleston prima del voto in Iowa (1 febbraio) cui seguirà quello del New Hampshire (9 febbraio), Clinton e Sanders se le sono date di santa ragione dopo mesi di “basso profilo”, con il terzo incomodo Martin O’Malley a fare da spettatore o poco più. I principali temi trattati a Charleston: il no alle armi, la sanità, la finanza e Wall Street, argomenti insomma su cui pesa come un macigno l'eredità politica dell'attuale presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Bernie Sanders, al contrario della ex First Lady che sembra promuovere il completamento del percorso intrapreso dall'amministrazione di cui lei ha fatto anche parte, si presenta come il candidato radicale, quello più a sinistra. Di quelli, però, che in territorio statunitense faticherebbero a trovare larghi consensi. Per dire: lui non vuole migliorare l'Affordable Care Act (meglio conosciuto come Obamacare), ma ampliarlo a livello universale. Come? Attraverso un aumento di tasse. Sulle armi, poi, Clinton ha spesso osservato l'ambiguità del rivale (il quale un fermo oppositore, in verità, non lo è mai stato). Riguardo Wall Street, si entra più sul personale: in sostanza Sanders accusa Clinton (e Obama) di avere ricevuto finanziamenti dalle banche d'investimento, ma l'ex segretario di Stato, pure in questo caso, ha difeso strenuamente la riforma del sistema finanziario del 2010. Il paradosso, adesso, è che Clinton possa rivivere questo inizio di primarie alla stregua di quanto avvenne nel 2008. In testa ora nei sondaggi nazionali, indietro di qualche punto nel New Hampshire (mentre è in vantaggio in Iowa, primo appuntamento della competizione), all'epoca partiva favorita salvo perdere consensi a poche settimane dal primo voto, mentre cresceva Obama. Ogni competizione elettorale fa storia a sé, comunque (e Sanders non è Obama), ed è netta la differenza tra i due principali contendenti democratici. La prima vuole completare quell'opera di cambiamento cominciata con l'amministrazione Obama, Sanders pretende (dal suo punto di vista) un vero cambiamento.
Chi vuole conoscere, nel profondo, la ricetta politica di Sanders può farlo seguendo l'intervista che a novembre ha rilasciato a Killer Mike, noto rapper tornato recentemente in auge nel duo Run The Jewels (al fianco di El-P). Killer Mike è grande sostenitore del candidato dem e il colloquio – all'interno del suo Graffiti SWAG Shop, ad Atlanta – si divide in sei parti, in cui si affrontano diversi argomenti, dall'economia alla marijuana.
(anche su T-Mag)
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