Usa, il caso di Rachel Dolezal: attivista bianca che si è finta nera. Controversi i giudizi dell’opinione pubblica

Creato il 13 giugno 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Rachel Dolezal, la leader della comunità afro-americana di Spokane, nello stato di Washington, è finita alla ribalta dopo che i genitori hanno diffuso un certificato di nascita da cui risulterebbe che nelle sue vene non scorre neanche una goccia di sangue africano. Polemiche a tutto campo e la Naacp, di cui Rachel è da anni alla testa, ha parlato di “problemi legali” con la famiglia.

Rachel Dolezal (news.nationalpost.com)

Bianca o nera? “E’ una questione complessa”, ha ammesso la stessa Rachel, 37 anni, che si batte da anni per i diritti della gente di colore ed ha costruito la sua carriera presentandosi in pubblico e sui documenti ufficiali come discendente degli schiavi. Ma sul certificato di nascita di Troy, in Montana, si afferma che la donna è nata da genitori biologici bianchi. I quali hanno consegnato a giornali e tv anche le foto di Rachel da bambina: bionda, pallida e lentigginosa.

I media Usa si sono buttati a pesce sulla vicenda. Oltre ad essere alla testa della Naacp, la Dolezal insegna studi africani alla Eastern Washington University e i suoi riferimenti alla etnia di appartenenza sono sempre stati ambigui. Tipo: “Veniamo tutti dal continente africano”, che si può interpretare in più modi perché é in Africa che ha avuto origine l’umanità. “Fatto sta che nera non è: i suoi antenati sono tedeschi e cechi con qualche goccia di sangue nativo-americano”, hanno detto Ruthanne e Larry Dolezal, i genitori di Rachel, pur ammettendo che la figlia è cresciuta tra neri quando ha cominciato a frequentare la Howard University, uno storico college per neri, e poi nel corso di un breve matrimonio con un afro-americano. “E’ stato dopo il divorzio nel 2004 che Rachel è cambiata. E’ voluta diventare qualcuno che non è presentandosi come afroamericana o bi-razza. E questo non è vero”, ha detto Ruthanne, accusando la figlia di aver identificato un fratellino nero da loro adottato come figlio. “E’ vero che è mio fratello, ma ora ne ho io la custodia”, ha replicato l’attivista.

I genitori di Dolezal, cristiani convinti, avevano adottato quattro ragazzini di colore affiancandoli ai figli biologici: del giovane Izaiah restano madre e padre legali. Rachel ha liquidato la controversia come l’inevitabile corollario di liti familiari, ma i dubbi sulla sua origine hanno creato sconcerto in un’America che ha riscoperto la drammatica attualità della questione razziale dopo una serie di casi di brutalità da parte della polizia nei confronti dei neri.

C’è chi grida allo scandalo, ma anche chi chi difende la Dolezal. Cedric Bradley, un suo collega alla Naacp, ne ha ricordato l’impegno per le minoranze: “Bianca o nera non importa. Quel che conta è cosa puoi fare per la comunità”. (ANSA)


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