Quella di Marvin Wilson, accusato di omicidio in una vicenda controversa, è stata la 484esima condanna a morte eseguita in Texas in trent’anni, la 246esima in 12 anni. L’uomo aveva registrato in più test un “QI” basso. Ma non è bastato
Il governatore del Texas Rick Perry
La sentenza di condanna a morte di Marvin Wilson per l’omicidio di Jerry Williams nel 1992 è stata eseguita. A nulla è servita la mobilitazione delle associazioni per i diritti umani né l’ultimo appello presentato dall’avvocato Lee Kovarsky affinché la Corte Suprema tenesse conto dei ritardi mentali di cui Wilson era affetto e fermasse l’esecuzione. Appello respinto. Alle 18,27 ora statunitense, in piena notte in Italia, Wilson è stato dichiarato morto, 14 minuti dopo aver ricevuto l’iniezione letale che ha stroncato la sua vita. “Sono venuto qui da peccatore e me ne vado da santo.
Riportami a casa Gesù”, sono state le ultime parole dell’uomo che nei test per calcolare il quoziente intellettivo aveva fatto registrare soltanto 61 punti e la cui condanna, pertanto, per una precedente sentenza della stessa Corte Suprema, sarebbe potuta essere commutata con l’ergastolo.