Uscire con i bambini in 4 facili mosse.

Da Wising

Coraline e la porta magica. 

Sono giornate ancora semi estive da queste parti.
Magari un po' di nebbia al mattino, fresco la sera, ma durante il giorno è più giugno che metà ottobre.
Il tempo ideale per giocare fuori, per godersi il sole e le zanzare che sono completamente spiazzate e fuori stagione.
Tant'è.
Cig non ha mai voglia di uscire. Mai. Glielo dobbiamo quasi  imporre. Come se là fuori ci fosse un mondo ostile, sconosciuto e non il solito parco giochi, come gli chiedessimo di varcare una porta magica da solo e chi lo sa cosa c'è dopo.
Una volta fuori poi gioca volentieri, si diverte e corre come il vento (sghembo, ma come il vento).
Il momento di uscire invece è drammatico e si sviluppa in 4 punti chiave:
1) Propositivo: Cig usciamo, è una bellissima giornata per stare fuori. No, devo fare una cosa importante, a casa.
2) Negoziatore: Cig usciamo, prendiamo la bici e facciamo un giro. No, sto usando troppo quella bici, meglio di no (non la usa mai ndr.)
3) Impositivo: Cig, usciamo e basta. Noooo.
4) Matematico:  Cig, conto fino a 3. ooook, uffaaaaaaa.
Durante questi 4 fondamentali punti avviene la vestizione, che più che altro è un qualcosa tra un combattimento di Kung Fu panda e un lancio dei componenti di ironman.
Finisce che, nella concitazione della trattativa, gli infilo le scarpe al contrario, mentre GF lo aspetta sulla porta sventolando la giaccavento tipo mantilla del torero.
Olè, si esce.
Ma:
1) ha sicuramente dimenticato qualcosa di cui non può fare a meno e dobbiamo tornare indietro;
2) per manifestare il suo dissenso piange come gli avessimo detto che andiamo al parco per abbandonarlo lì.
Finalmente varchiamo il cancello di casa e tutto cambia, improvvisamente.
E' contento, trotterella, parlaparlaparla, punta deciso verso il parco giochi, come se la lunga trattativa, lo strazio dell'uscita fossero cose mai accadute.
Ecco.
Capita anche a voi, vero?
Avete dei mantra da recitare in questi frangenti? Condivideteli :)