Spiegami cosa è meglio; ma tu non parli.
Certi giorni vorrei morire, come se morire fosse possibile senza il dolore; poi quando me ne accorgo capisco che forse vorrei solo eclissarmi, diventare vapore, e turbinare in aria per riappacificarmi quando passa ogni corrente contraria.
Ostinatamente, vorrei essere leggerezza e luce azzurra negli occhi come una giornata ghiacciata d’inverno, come un cielo terso che ti riempie l’anima di bene. E invece ho un cuore che pulsa, e un sangue che si mescola a materia, e terra, e caldo e fango: io sono passione. Dannata passione.
E allora spiegami cosa è meglio- ti ripeto- mentre tutto il tuo silenzio mi circonda, o mi distanzia.
Tu abbassi lo sguardo; io sorprendo in me l’impulso di farti male, ma inizio ad abbaiare mille parole, che servono per nascondere il pianto.
E non c’è più un’uscita.