Anche perché, diciamocelo francamente, ogni volta che si trova un soggetto interessante, è una corsa ad "accaparrarselo". E mentre il nostro amico è intento a scattare, lo si spia da dietro la spalla, magari per carpirgli qualche segreto, o semplicemente per curiosità. E per il povero malcapitato non è facile concentrarsi mente si è spiati di soppiatto!
E' anche vero, però, che il fotografare insieme ad altri porta a sviluppare il confronto, e se vogliamo anche ad abbandonare, almeno per un momento, le nostre abitudini: visto che la situazione non è usuale, allora tanto vale sperimentare! Chi ricorre di solito al cavalletto, il più delle volte evita di usarlo, visto che altrimenti tutti dovrebbero star lì ad aspettarlo, e magari ricorre al mosso deliberato (la tecnica chiamata ICM); se normalmente si ricorre a pesanti reflex, magari Full Frame, per l'occasione si prova la compattina che per troppo tempo era rimasta silente in fondo allo zaino, e così via. Alla fine della giornata, delle centinaia di foto scattate (santo digitale!) se ne butterà il 90%, ma quelle salvate spesso sono molto interessanti, perché inusuali. Eppoi ci sono tutte quelle foto di "backstage", le immagini dei nostri amici intenti a fotografare: alla fine sono il prodotto migliore della giornata, un ritorno al concetto di fotografia "famigliare", quando si scattava per riempire gli album di ricordi, non di belle foto. Un orrore? Si, ma ogni tanto...
Al dunque, insomma, fare un'uscita di gruppo può essere un momento ludico molto piacevole, a volte proficuo, sempre interessante. E badate bene, non parlo dei workshops (che organizzo anche io): in quel caso, lo scopo dello stare insieme è proprio fotografare per imparare insieme a un docente. No, parlo delle semplici uscite fotografiche del weekend: un'abitudine che vale la pena riprendere, se la si è abbandonata a favore di più proficue uscite solitarie...