Uscite discografiche 2011: Cage the Elephant - Thank you, Happy Birthday

Comprare un album solo perché la copertina ispirava simpatia, l’avete mai fatto? Bene, Thank You Happy Birthday ha avuto su di me lo stesso effetto di un adulto che guarda gli scarabocchi ad acquerello di un piccolo infante:  così ho deciso di acquistare il disco.

Alla faccia del bimbo. Non sapevo nulla di questo gruppo ( chiedo venia ), e mi ripeto: ho comprato l'album per simpatia della cover, ed ho avuto subito una scarica elettrica. Il momento della scarica è arrivato all’attacco della seconda traccia Aberdeen;  ho visto litorali di metropoli americane, luci al neon e tanta tanta , tanta carica. E Anche un po’ di O.C.

Tutto ciò per dire: che bello, un po’ di sano rumore! Perché urla, perché non stanca, perché è carico di chitarre, perché c’è tanto casino dentro. Perché i Cage The Elephant si dannano per benino sopra i pezzi (l’intro track Always Something non verseggia un po’ Immigrant Song?). E non sto dicendo che siamo davanti al nuovo concept album della scena rock di quest’estate. Non si sono inventati nulla di nuovo ma riescono comunque a catturare l’orecchio dell’ascoltatore.

Dovessi dare un festino, non esiterei a mettere su questo disco. Quest’album esplode molto più di quello che la copertina lascia intuire. Esplode di genuinità, e genuinamente segue lo schema dell’album rock- e-casinista dei nostri giorni, ossia quello di essere costruito in maniera ponderata. Shake Me Down è un pezzo ben costruito, arriva dritto e allegro alla mente . Fanno l’eco ai Green Day nella scanzonata 2024. C’è allegria nei loro pezzi, nella maggior parte di esse per lo meno. Indie Kidz –a mio parere il più interessante- sono 5 minuti di follia potente punkettona, senza post, solo punk, fatta di urla graffiate e batteria, che si alterna tra pause alla Sonic Youth e uno strano grunge nirvaniano ( i tre del Kentucky del resto, non hanno mai negato di essersi ispirati a Cobain ).
Rubber Ball è una supposta ballata di intermezzo, mette pausa epace tra uno schitarramento ed un altro, e dimostra la capacità dei Cage di essere anche posati e dolci, prima di scatenarsi di nuovo: il pezzo è a metà fra una litania e una ninna nanna mazurkata. Riprendono subito il ritmo con Right Before My Eyes ed americaneggiano in Japanese Buffalo.

Stupisce la scelta di un pezzo come Flow a chiusura dell'album: sette minuti di canzone, contro i tre di media dei precedenti; cambia il tono, gli strumenti si "rilassano", riprendono le tonalità dolci e attutite nello stile di Mumford And Sons e  attuano lo straniamento, sorprendono, (anche se resta una certa prevedibilità di fondo).
Riescono a dimostrare che sono perfettamente capaci di fare un bel canto per la buonanotte, perfetto accompagnamento mentre raccogli bicchieri di carta incrostati di succo e vodka mentre pulisci casa. E quando pensi che sia finita, a 3.47 parte una reinterpretazione acustica di Right Before My Eyes.
Riescono a  rallegrarti la giornata e darti il giusto tono per la serata: non aspettavo davvero altro per quest’estate. Thank You, Cage the Elephant.

Marzia Picciano

Voto Marzia : 6/10
Voto Nico: 6/10

Tracklist

1. Always Something
2. Aberdeen
3. Indy Kidz
4. Shake Me Down
5. 2024
6. Sell Yourself
7. Rubber Ball
8. Right Before My Eyes
9. Tangled
10. Sabertooth Tiger
11. Japanese Buffalo
12. Flow