Uscite discografiche 2011: Vinicio Capossela - Marinai, Profeti e Balene

Da Sonofmarketing @SonOfMarketing



Premere il tasto “Play” e ritrovarsi catapultati in un altro mondo, una dimensione parallela fatta di personaggi fantastici, mostri marini ed eroi epici, in un lungo viaggio in cui il filo conduttore è sempre il mare, simbolo del fato e scenario delle passioni umane: è ciò che accade con “Marinai, profeti e balene”, ultimo lavoro di Vinicio Capossela fresco vincitore del premio Tenco per il miglior album cantautoriale dell’anno, una vera e propria opera d’arte a 360° che spazia tra atmosfere musicali dalle più disparate nature, ora solenni e ora leggere, e tra miriadi di riferimenti letterari e culturali.


Diciannove pezzi per ottantasei minuti di musica, un lavoro immenso in cui trovano spazio strumenti insoliti come le percussioni indonesiane gamelan, il santur, il theremin e la sega musicale, e numerosi cori (i Drunk Sailors, coro da ciurma; i Mitici Angioletti, coro di voci bianche; le donne sarde di Actores Alidos; il Coro degli Apocrifi; le sorelle Marinetti) che arricchiscono e rifiniscono, brano dopo brano, il magistrale quadro dipinto da Capossela.

Il tono è aulico sin dalle prime note de “Il grande Leviatano”, un canto grave che riporta alla luce la terrificante visione del mostro biblico descritto da Giobbe, attingendo al patrimonio letterario di Herman Melville, autore quanto mai presente nel corso di tutto l’album con riferimenti, più o meno diretti, al suo capolavoro “Moby Dick” ma non solo: ne “L’oceano oilalà”, per esempio, ma in un clima già diverso rispetto al brano suo predecessore, quasi festoso e da canto popolare da intonare in coro per esorcizzare la paura e il destino; o ne “La bianchezza della balena”, pezzo per lo più recitato in cui domina la maestosità di un testo poetico praticamente perfetto; o ancora in “Billy Budd”, un blues sporco ispirato all’omonimo romanzo breve dello scrittore statunitense, e “I fuochi fatui”, caratterizzato ancora una volta da cori solenni e da una teatralità che proietta l’immaginazione dell’ascoltatore verso scene da ricostruire nei minimi dettagli con la sola forza delle note, delle parole e della propria mente.

Tra eroi, balene e mari in tempesta, il passaggio da Melville alla Bibbia è breve: “Job”, il cui testo è liberamente tratto dal “Libro di Giobbe” , è l’ennesimo grido di dolore contro il silenzio di Dio, la sofferenza senza causa e un incomprensibile destino, uno sfogo che parte quasi in sordina per poi esplodere in un turbinio di domande destinate a rimanere senza risposta. “Pryntyl”, episodio giocoso e spensierato si rifà invece allo “Scandalo negli abissi” di Louis-Ferdinand Céline, narrando a ritmo di swing dell’omonima sirenetta che, ottenute le gambe in cambio della coda, si diletta nel ballo e nel canto.

E ancora, c’è spazio per l’antica Grecia, con le ballate “Dimmi Tiresia” e “Aedo”, quest’ultima accompagnata dalla lira di Psarantonis, c’è la ninfa “Calipso” in un multiforme motivo ricco di incantevoli suoni, c’è il terribile Polifemo (“Vinocolo”), ci sono Ulisse e i suoi marinai (“Nostos”), le sirene omeriche (“Le sirene”) protagoniste di un toccante epilogo, un miscuglio di personaggi, storie e situazioni posti a metà tra la mitologia e la loro rappresentazione dantesca, che danno vita a un secondo album trasognante, meno “inquieto” della prima parte e anche musicalmente intriso di suoni che trasportano nelle atmosfere tipiche della civiltà ellenica.

Spaziando tra il sacro e il profano, tra debolezze umane e inesplicabili disegni del fato, tra logos e pathos, Capossela inanella diciannove perle che lo confermano come uno dei migliori cantastorie in circolazione, in grado di unire alla ricerca musicale una teatralità e liriche fuori dal comune.
“Marinai, profeti e balene” è dunque un album in cui perdersi e abbandonarsi senza remore, per scoprire ad ogni ascolto un nuovo inesplorato angolo di un labirinto che solo una mente geniale può creare, un viaggio, come si diceva all’inizio, un’opera imprescindibile per chi ama l’arte in ogni sua forma. Perché di arte si tratta ed ogni altro tentativo di descrizione rischia di apparire superfluo…

 

Mario Esposito





Voto Mario: 9/10
Voto Nico: 7,7/10


Tracklist:

 

Disc 1

  1. Il grande Leviatano
  2. L’oceano oilalà
  3. Pryntyl
  4. Polpo d’amor
  5. Lord Jim
  6. La bianchezza della balena
  7. Billy Budd
  8. I fuochi fatui
  9. Job
  10. La lancia del Pelide
Disc 2
  1. Goliath
  2. Vinocolo
  3. Le Pleiadi
  4. Aedo
  5. La Madonna delle conchiglie
  6. Calipso
  7. Dimmi Tiresia
  8. Nostos
  9. Le sirene + Ghost Track


 


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