"Andrea Massari, Presidente dell’UTV e Sindaco di Fidenza risponde alle nostre domande e ci da la sua versione dei fatti"
Il futuro dell’Unione Terre Verdiane continua ad interessare il nostro gruppo. Dopo aver ascoltato Filippo Fritelli Presidente della Provincia di Parma e Sindaco di Salsomaggiore abbiamo sentito la capogruppo di Forza Italia Francesca Gambarini.Fritelli da bravo politico qualcosa ha detto ma si è ben guardato dal prendere posizioni contro i suoi colleghi. La Gambarini è stata senz’altro meno diplomatica e ha pronunciato giudizi pesanti contro l’UTV e il Pd. Inutile dire che molti dubbi che avevamo prima sono rimasti tali e per questo abbiamo deciso di continuare la nostra inchiesta intervistando Andrea Massari, Presidente dell’UTV e sindaco di Fidenza che gentilmente ha accettato di rispondere alle nostre domande. Ci teniamo a precisare che il nostro non vuole essere un esercizio giornalistico ma un modo per continuare la nostra lotta a difesa dell’Unione Terre Verdiane
Il Pd ha sempre esaltato l’UTV citandola spesso come esempio di efficienza e di buon governo. Anche tu sei passato nel giro di 24 ore da un giudizio ottimo sul questo ente alla determinazione di chiuderlo entro la fine dell’anno. Come mai questo cambiamento? Innanzitutto grazie per la disponibilità e per lo spazio che offrite a tutte le posizioni per il dibattito. Mi fa piacere che dopo l’adrenalina elettorale, ci siamo ritrovati a parlare, non solo per questa occasione. Detto questo, lasciate che sia io a farvi una domanda. Chiedo a voi e a tutti i lettori e ai fidentini: alzi la mano chi è felice di sborsare ogni anno 3 milioni di euro per avere in cambio un pugno di mosche. Togliamo la politica dal tavolo e parliamo di questa cifra nuda e cruda. Vedete, la mia decisione di costruire un cambio di passo totale non nasce dalla sera alla mattina. Viene da lontano e già in campagna elettorale traducevo l’arrabbiatura dei fidentini parlando di riforma radicale delle Terre Verdiane, di stop a quello che la gente ha chiamato il multificio. Perché se chiediamo ai fidentini per cosa conoscano l’Unione fino ad oggi, la risposta sarà sempre e solo una: le multe. E più avanti vi darò qualche numero. La prima fase è stata quella di chiamare tutte le Amministrazioni alla condivisione di un progetto collettivo di rilancio, partendo dalla stesura di un nuovo Statuto che riequilibrasse diritti e doveri per tutti, nel segno della velocità e dell’equità. Chi pesa di più dentro all’Unione e contribuisce di più, deve poter contare su uno strumento che restituisca ai cittadini, alle famiglie e alle imprese servizi concreti e tangibili. Che restituisca al Comune forme efficienti di gestione di questo e quel servizio. Per tutta risposta, invece, si è subito vista una certa abilità politica nello spostare la palla avanti per scansare i problemi o per utilizzarli come clava politica per fermare il cambiamento. Vi faccio un esempio: sono occorsi mesi perché si arrivasse a mettere insieme il numero minimo di consiglieri per votare il bilancio per l’anno 2015. In una realtà normale, dopo una cosa così ci si mette intorno ad un tavolo, ci si guarda negli occhi e si vuota il sacco. Invece, niente. Tutto è proseguito come se non fosse accaduto niente. Giovanna, ci conosciamo da tanto tempo e sai che le meline non mi piacciono, quindi sono tornato a pormi la domanda dei cittadini: perché pagare 3 milioni di euro all’anno? Perché togliere una montagna di soldi allo sviluppo di Fidenza per tenere attaccato un ramo secco? Perché dover legare ancora Fidenza ai teatrini della vecchissima politica? Se tu fossi stata Sindaca al mio posto e libera di muoverti senza essere tirata per la giacchetta da questo o quel partito come lo sono stato io, sono certo che saresti giunta alla stessa conclusione. Rivendichi sempre con orgoglio la tua storia di militante e di cittadina impegnata nella sinistra politica e sai che in quella storia non è mai mancato il coraggio di riformare per non restare impaludati in cose senza capo né coda. L’armarcord dei bei tempi andati non è di sinistra e tu lo sai bene. La risposta, quindi, è stata la fase due del percorso: preso atto della volontà di non riformare l’Unione, Fidenza ha fatto un’altra scelta e ha imboccato con decisione la strada di un disimpegno graduale ma responsabile. Come? Dicendo no allo splendido isolamento e ai profeti del “rintaniamoci dentro le mura”, rilanciando il principio ispiratore che era a cuore dell’Associazione prima e poi dell’Unione: mettersi insieme per un nuovo progetto, condividere, spendere meno e meglio. Un percorso aperto, che abbiamo in corso con Salsomaggiore e che si potrebbe benissimo allargare ad altri. Tutto questo sempre facendo tesoro dell’esperienza passata. Lavorò bene chi prima con l’Associazione e poi con l’Unione seppe costruire uno strumento che garantiva di superare i contraccolpi del patto di stabilità e metteva tutto il territorio nella condizione di accedere a molte risorse buone per la crescita dei servizi e del territorio. Una fase di espansione economica cui corrisposero obiettivi di crescita amministrativa. A quell’intuizione è seguito, poi, un periodo di collasso politico, di non governo dell’Unione e degli interessi dei cittadini e delle imprese di Fidenza in seno all’Unione. Il risultato è stato catastrofico, perché alla vision dei fondatori si sono via via sostituiti i giochini di palazzo con respiro si e no quotidiano. Quindi, Fidenza non farà lo stesso errore e stavolta, oltre ai conti e alle previsioni di medio periodo, metterà al centro anche la qualità del progetto con Salsomaggiore e con chi ci vorrà stare. E’ indiscutibile che se il primo e il secondo comune della parmense lavorano insieme su basi moderne si crea una massa critica importante. Concludendo: Francesca Gambarini, può sostenere ciò che vuole e sappiamo quanto sia camaleontica – in questi giorni la vediamo schierare Forza Italia su posizioni perlomeno molto tattiche sulla vicenda Bormioli, nonostante i gesti folli dei Si.Cobas alla Bormioli. Avresti mai scommesso di scorgere un clima così sereno tra la berlusconiana di ferro e gli autonomi e gli anarchici? Eppure… – ma in Consiglio comunale ha votato col Pd per l’uscita dalle terre Verdiane. In Consiglio comunale ha votato una proposta messa sul tavolo dal Pd e dal sottoscritto, per la precisione. Non ricordo negli anni in cui il suo partito era maggioranza una simile proposta inserita all’ordine del giorno. Che dire? 5 anni sono quasi 1.900 giorni, oltre 43.000 ore. Un lasso di tempo sufficiente per combinare qualcosa. Ma allora quali sono le cause di questa crisi dell’UTV? Come vi accennavo prima, il killer del progetto dell’Unione è stata la mancanza di chiarezza e visione della politica. Un fattore esasperato quando i soldi sono finiti, quando le risorse che avevano dato lo sprint iniziale si sono ridotte drasticamente. Una fase di contrazione economica avrebbe avuto bisogno, ancora, di quelle capacità amministrative che produssero e mossero l’Associazione-Unione nei primi anni. A Fidenza, ma non solo. Per liberare l’Unione serviva la cura che un bravo medico definirebbe drastica. E ve lo ripeto: mentre un gruppo di Sindaci ha lavorato con me ad una ottima base di riforma dello Statuto, altrove si è pensato di rinverdire la polemicuccia dei piccoli Comuni contro i grandi Comuni, fingendo di non sapere che in una casa si sta insieme positivamente se tutti accettano regole condivise. Ma tu sei il Presidente e non potevi far qualcosa in più per salvare l’UTV? Quando sono diventato Presidente mi sono riproposto di cambiare l’UTV. Lo Statuto era obsoleto, inadeguato. Ma per cambiare uno statuto occorreva far deliberare il nuovo da tutti i Comuni soci con tutte le differenze politiche che si sono succedute nel frattempo. La decisione di chiudere entro il 30 giugno non è casuale. Se il passaggio sarà fatto entro questa data si potrà chiudere l’Ente alla fine dell’anno seguente ma decidere dopo questa data significherebbe perdere un anno in più. Sulle cause della crisi occorre tener conto che è cambiata la composizione dell’UTV. Sissa e Trecasali hanno fatto un’unione tra i due comuni e sono usciti, analogamente per Polesine e Zibello. Finora hanno tutti votato il recesso poi verrà predisposto un piano di uscita . Le decisioni dovranno essere prese da tutti insieme, all’unanimità. Noi siamo convinti che una delle cause principali della crisi sia dovuta al fatto che molti Comuni soci non hanno versato le loro quote prestabilite, cosa puoi dire al proposito? No, le quote non sono il problema dell’UTV. Il vero problema sono i debiti derivanti dai mutui accesi quasi esclusivamente per la Polizia municipale. Il più grande problema è rappresentato dai 6 milioni di residui attivi di dubbia esigibilità. Sono quasi tutti costituiti da sanzioni che sono state messe in bilancio negli anni precedenti e che hanno consentito di finanziare tante attività. Adesso tali crediti sembrano essere sempre meno esigibili e si tratta di spalmarli nei prossimi 30 anni tra i vari comuni dell’Unione. Mi spiego meglio: significa che abbiamo trovato verbali accertati, ma non ancora incassati e ormai il tempo trascorso lascia immaginare che non ci siano molte speranze di riuscirci. In questi casi servirebbe una ciambella si salvataggio che si chiama fondo crediti di dubbia esigibilità. Una sorta di assicurazione che permette di non ritrovarsi in mutande nel caso alcune entrate non arrivino effettivamente in cassa. Il problema delle Terre Verdiane, così come lo abbiamo ereditato, è che quel fondo era troppo piccolo rispetto alla mole di residui attivi sul tavolo. Noi, nel caso si arrivasse ad una chiusura di UTV abbiamo due forti preoccupazioni: la garanzia dei posti di lavoro del personale dipendente e la continuità dei servizi nei comuni dell’Unione. Fritelli ci ha un po’ tranquillizzato, pensi anche tu che non ci saranno problemi? Per quanto riguarda i servizi va detto che ci sono molti sindaci che puntano a far da soli. Questo è un atteggiamento sempre più diffuso. Ma questo non è il nostro piano. Noi la pensiamo esattamente al contrario: che a qualcuno piaccia o no, siamo nella stagione delle aree vaste, delle grandi aggregazioni e chi sta da solo sarà tre volte perdente rispetto a prima. Perdente per mancanza di soldi, perdente per mancanza di peso istituzionale, perdente per incapacità di poter programmare nulla che non sia una piccolissima opera pubblica. A questa politica del gambero, abbiamo detto “no, grazie”. Faccio un altro esempio: nei giorni scorsi a Fidenza ho riunito i Sindaci di Salsomaggiore, Parma e Reggio Emilia per discutere di un’azione da area vasta come la creazione di una mobilità efficace dal nostro territorio verso la stazione mediopadana. Sarebbe stato un gran tema per l’Unione. Ma ditemi, pensate che a Parma e a Reggio, cui chiediamo un percorso di partnership importante e impegni costosi, interessi di più avere come partner un Ente che ci mette dei mesi per riunire i consiglieri, o avere un gruppo di Comuni determinati e snelli, per andare via spediti? Il risultato quale sarà? Sarà che se riusciremo a collegare Fidenza e Salso alla Mediopadana non vinceremo solo noi, ma tutto il grande comprensorio dell’Unione. Poi, indipendentemente dalle sorti dell’UTV io credo che ci siano dei servizi che vanno unificati. Penso in particolare al catasto, alla Polizia Municipale, alla Protezione civile e alla sicurezza antisismica. Per quanto riguarda il personale non dovrebbero esserci problemi. Su questo tema c’è una certa serenità perché pare esserci la capacità di riassorbire i costi del personale. Come pensi si procederà? Intanto, bisogna gestire la fase del recesso e poi dell’uscita. Gestirla bene e con chiarezza. Nulla vieta che nel contenitore dell’Unione possano continuare a riconoscersi quei territori che sentono di avere una finalità analoga di obiettivi e che si sentono omogenei per dimensioni e raggio d’azione, contribuendo a salvaguardare la continuità del nome Unione Terre Verdiane. Penso che sarebbe anche l’occasione per liberare il campo dalla polemica tutta politica tra piccoli e grandi Comuni. Francamente, da quando sono Sindaco e guido Fidenza non ho mai creduto a questa frottola dei grandi che cannibalizzano i piccoli, anche numeri alla mano. Ho sempre creduto, invece, a quello che ti accennavo prima: la necessità che diritti e doveri siano proporzionali al peso demografico e ai soldi versati in Unione dai Comuni che ne fanno parte. Sono sicuro che se ci mettiamo in piazza e facciamo un banchetto il 99.9% dei fidentini la penserebbe così. Il prossimo appuntamento è quello di scegliere il nuovo Presidente. E’ prevedibile la tua rielezione? Io sono disposto ad accettare una nuova candidatura a patto che tutti i sindaci lo vogliano. E’ un ruolo importante perché si tratta di attuare tutti i passi per arrivare ad aprire nel modo più veloce possibile una fase nuova per tutti: per chi vuole continuare un percorso nell’Unione e per chi ha scelto di battere strade nuove. Giovanna Galli Franco Dodi Ivan Dodi Primavera Fidentina