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L'uva americana
Quando si parla di uva americana si intendono genericamente quelle varietà provenienti dal nuovo continente, che furono importate nella prima metà dell'Ottocento per far fronte alle crisi di fillossera che colpì i vigneti europei. Le viti americane non fanno parte della stessa famiglia di quelle europee, la vitis vinifera, e sono considerate qualitativamente inferiori per la produzione di vino, tanto da essere state vietate per la vinificazione nel tempo in tutti i paesi del Vecchio continente, a partire dagli inizi del Novecento. Tra le uve americane le più diffuse sono quelle della famiglia vitis lambrusca, tra cui la più famosa è certamente l'uva fragola. In Europa possono essere coltivate a livello ed uso domestico, sia per la tavola che per la produzione di bevande alcoliche, e le poche autorizzazioni industriali non possono chiaramente menzionare riferimenti al vino in quanto quelle bevande ottenute da queste varietà non riescono a fornire le stesse caratteristiche e sono, in confronto, molto diverse.
Comunque sia l'uva americana è divenuta molto famosa in tutto il mondo, sopratutto grazie all'uva fragola, e nel Nuovo continente è presente da moltissimo tempo. In Europa invece, importata solo da un paio di secoli, è particolarmente presente sulle Alpi, in particolare in Svizzera dove fa parte della cultura biologica. Naturalmente l'uva americana possiede anche molte caratteristiche positive, come le ottime proprietà medicinali.
Comunque dalle uve americane, in quelle poche produzioni sia industriali che domestiche, è possibile ottenere anche un'ottima grappa, grazie alla distillazione delle vinacce che sono lo “scarto” della vinificazione, anche se quest'ultimo termine è un errore di uso in questo caso, cosí come quello di grappa, che ormai per legge, può essere ottenuta solo per distillazione delle vinacce provenienti dai residui di uva europea vinificata. Inoltre la menzione grappa può essere utilizzata esclusivamente per le produzioni italiane svolte nel Cantone Ticino. Comunque la grappa prodotta a partire dall'uva americana riesce, nonostante i problemi rappresentati da queste varietà, riesce a raggiungere il 60% di volume alcolico, chiaramente poi abbassata dall'aggiunta di acqua, come si usa fare in tutti i distillati, come unica ingrediente supplementare e naturale.
La storia
L'uva americana è una varietà appartenente a famiglie diverse dalla vitis vinifera molto antica, che dopo un'iniziale indifferenza da parte degli europei, conobbe molta popolarità ai primi dell'Ottocento, tanto da invadere il Vecchio Continente e poi da sostituire molti vitigni europei durante la grave crisi di fillossera. Sembra che in Francia la datazione per la sua introduzione sia il 1820, quando in Italia invece le documentazioni storiche parlano del 1825.
In genere poi per uva americana si intende una specifica varietà con vari cloni, più o meno naturali, coltivata in piccole estensioni domestiche per i consumi familiari, in particolare di uva da tavola, grazie sopratutto all'ottimo gusto dell'uva fragola ad esempio, dolce e fruttata, con il sapore di fragola appunto. Raramente poi alcuni si cimentano nella produzione di bevande distillate, non riferibili per legge al vino, ma comunque simili sia nella produzione che nelle caratteristiche seppur di qualità e alcolicità nettamente inferiore. In particolare si fa riferimento al Fragolino che è divenuto anche abbastanza conosciuto per le produzioni artigianali di molti contadini e amici.
Il fragolino, oramai diventato famoso, ha infatti un gusto amabile e un profumo molto aromatico.
L'uva americana ha un colore generalmente nero con grappoli di medie dimensioni, regolari, dagli acini ben tondi.
Tra le varietà quella nera è la più diffusa, mentre esistono anche delle tipologie bianche, e matura tardi, addirittura ad ottobre nei paesi più caldi.
Oggi, dopo il forte declino dovuto alla proibizione di ottenerne del vino, l'uva americana sta ritornando di moda, e le sue coltivazioni si sono leggermente estese, in entrambe le colorazioni. A differenza della varietà nera, la tipologia bianca invece matura precocemente, già alla fine di agosto, fino alla metà di settembre.
Anche i nuovi cloni neri sono stati concepiti per anticipare la maturazione, e in futuro questi probabilmente soppianteranno la varietà storica e naturale tardiva. Il loro utilizzo è rivolto in particolare sempre verso il consumo fresco da tavola, e i cloni sviluppati puntano infatti su caratteristiche diverse rispetto all'originale, con bucce più sottili, maggiormente amate dai consumatori, e polpe meno carnose.
Le caratteristiche dell'uva americana di tipo bianco ha peculiarità molto vicine a quelle della varietà nera, ma in questo caso gli acini hanno dimensioni notevolmente maggiori, e un sapore meno intenso anche se sempre profondo. Il suo ambiente naturale è sia la collina che la pianura, spesso coltivata nelle case di campagna con la forma di allevamento della pergola che è esteticamente perfetto per l'architettura dei giardini delle case. Infatti l'uva americana ha una grande popolarità proprio come elemento estetico da giardino, con il vantaggio di un'ottima resistenza e costi contenuti.
I vantaggi della sua coltivazione
L'uva americana ha alcune caratteristiche che presentano vantaggi non comuni alle varietà europee. Il vantaggio più evidente e sfruttato è certamente la grande resistenza ai parassiti, in particolare alla filossera nella gia menzionata crisi che rischiò di far estinguere la vitis vinifera. Inizialmente si soppiantò i vitigni europei con quelli americano, purtroppo qualitativamente molto lontani dallo standard europeo, per poi scoprire, sempre alla metà dell'Ottocento, che bastavano degli impianti che sfruttassero solo il piede della varietà americana, quello attaccato nelle radici dalle larve della terribile farfalla, a salvare le viti del Vecchio continente. Fu così che quasi tutte le varietà iniziarono ad utilizzare i portinnesti americani, mantenendo invariate le caratteristiche della vitis vinifera.
Oggi quasi tutte le varietà europee utilizzano portinnesti americani che le rendono immuni dalla fillossera.
Ma la varietà americana ha una grande resistenza anche alla peronospora e l'oidio e questa la rende perfetta per i giardini, in quanto necessita di poche cure. Inoltre il giardino resta comunque un ambiente vivibile e vissuto sia dall'essere umano che dai nostri animali domestici, e la vite americana permette di eliminare quei trattamenti chimici spesso utili a distruggere i parassiti ma dannosi per la nostra salute e quella dei nostri cari. Con la vitis lambrusca questo problema non si pone in quanto raramente ha bisogno di essere trattata con elementi chimici. Questo consente anche un'alimentazione esente dai residui di questi trattamenti, spesso usati ma non dichiarati dai produttori tradizionali.
Per quel che riguarda la moltiplicazione, per l'uva americana il sistema più utilizzato rimane la talea, che tra l'altro garantisce anche la facilità di sfruttamento senza adoperarsi contro la filossera, oppure per l'innesto, la propaggine o la margotta.
La facilità di coltivazione della vite americana si evidenzia anche in altri vantaggi, come ad esempio il fatto che non necessita di concimazione grazie ad una vigoria di gran lunga superiore alla specie europea. Anche gli insetti si tengono lontani dalla varietà americana, rendendola perfetta per il vostro giardino sopratutto per i giochi dei vostri bimbi, al sicuro così da punture e allergie.
Poi vi è anche una grande resistenza alle avversioni climatiche, in particolare al freddo. Questo è un altro grande vantaggio per il vostro giardino, spesso esposto in inverno a temperature piuttosto rigide. Per questo possono essere utilizzati i sistemi a pergolato, con qualsiasi esposizione in particolare rispetto ai venti, come la temibile tramontana.
Uva americana: Come moltiplicare l'uva americana
La moltiplicazione per talea della vite americana avviene con delle operazioni molto semplici che possono essere effettuate anche da chi non è addetto ai lavori, o soltanto appassionato di giardinaggio. La prima operazione avviene d'inverno, alla caduta delle prime foglie, quando dovrà essere eseguita la potatura della pianta madre. In particolare va eseguita sui tranci più morbidi e vegetali, meno legnosi, e più vigorosi.
A seguito della potatura vi è la pulitura dei tralci dai viticci, e quindi il loro taglio in segmenti che andranno a costituire le varie talee su cui si dovranno lasciare quattro gemme per ognuna. La lunghezza delle talee deve essere all'incirca di 40 centimetri. Queste vanno legate in fasci e tenute all'aperto oppure in un sacchetto di plastica nera da tenere in frigorifero a 2-3 grandi centigradi.
Quando le si va ad impiantare è importante che le talee vengano tenute in acqua per circa un giorno e quindi impiantate. Per fare l'impianto praticate un buco nel terreno, uno per ogni talea da distanziare di dieci centimetri uno dall'altro. La profondità deve essere di circa 25 centimetri. Inserirvi quindi una talea per ogni solco praticato e ricoprite con della terra fine e sabbiosa.
Poi in primavera e in estate l'impianto dovrà essere irrigato periodicamente e il terreno disserbato e serchiato con cura ma mano leggera.
A novembre si avranno così dei tralci ben legnosi, e si potranno quindi trapiantare le barbatelle, eliminando quelle imperfette per tenere le radici migliori. Mettete quindi a dimora le tralci tenendo solo 3 o 4 gemme ognuna, tenendo e riducendo le tralci a due metri. Questo permetterà un corretto sviluppo delle viti.
Una volta messe a dimora le operazioni sono quelle classiche della coltivazione dell'uva, con potature che in questo caso devono essere efficaci e forti, in quanto questa vite è molto vigorosa, a meno che non la si voglia far crescere liberamente e solo per motivi estetici. Per il consumo da tavola invece il suggerimento è quello di interventi abbastanza drastici, in quanto l'eccessiva vigoria porterebbe ad una crescita eccessiva che generalmente corrisponde ad una qualità inferiore, con chicchi poco zuccherini e aromatici.