1° Marzo 2016 è infatti la data prevista per l’apertura dell’Uwezo Fish Shop, la pescheria realizzata grazie al contributo della Chiesa Valdese e il grande impegno delle dodici donne che costituiscono Uwezo Women Group.
A ristrutturazione del negozio ultimata, proprio questa mattina mi sono riunita con alcune delle donne per assemblare i tavoli in acciaio inox e posizionare il frigorifero, acquistati a Mombasa la scorsa settimana. Cinque donne in tutto – compresa la sottoscritta – che per qualche ora hanno deposto i coltelli da filettatura per afferrare cacciavite, bulloni e quant’altro previsto nell’imballo dei tavoli.
Ma le attrezzature non si esauriscono qui; rimane ancora una lunga lista di acquisti da fare, ricevere, installare, inventariare, per prepararci all’ispezione dell’Ufficio della Salute di Kilifi incaricato di rilasciare la licenza di idoneità. Fino ad allora, il mio compito più duro sarà continuare a ripetere alle donne di pazientare, perché il momento di accendere i frigoriferi e riempirli di profumato pesce di mare, non è ancora arrivato!
Nelle ultime settimane si sono intensificati gli incontri tra le donne e il nostro personale, al fine di finalizzare la strategia di approvvigionamento del pesce fresco, ultimare l’elaborazione del piano di investimento e soprattutto affrontare insieme alcune sorprendenti questioni emerse nell’ultimo periodo! Il guardiano del negozio, al suo primo giorno di servizio notturno, è stato ahimè “arrestato” da una pattuglia di vigilanza della polizia locale causa idle sitting, ovvero il suo stare seduto senza fare nulla di fronte al negozio, a quell’ora della notte, è risultato decisamente sospetto. Tanto più che non era attrezzato di bastone, torcia, telefono e nemmeno di uniforme. Il poveretto è stato chiaramente liberato all’istante, e la notizia è passata di bocca in bocca tra le donne, che con la gestione del guardiano hanno dato avvio concreto alla loro funzione di manager del negozio.
Ma per fortuna siamo in Africa, e alle donne non sconvolge l’idea di doversi inventare soluzioni fantasiose per accedere all’acqua potabile.
Sara Crippa
Capoprogetto del Mama Karanga – Kenya
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