Va a finire che ti amo
di David Levithan e Rachel Cohn
Autore: David Levithan e Rachel Cohn
Edito da: Mondadori
Prezzo: 16 €
Genere: Young Adult
Pagine: 295
Trama: Naomi e Ely sono amici da quando andavano all’asilo, e sono così legati che niente e nessuno potrebbe minacciare l’inossidabile “N. & E. Istitution”. Niente o quasi: per questo hanno deciso di stendere una lista con le cose da non fare MAI per proteggere la loro amicizia, resistita alle peggiori calamità, tra le quali l’appartenenza a due universi lontani come quello maschile e femminile. Ma Ely è gay, e il prezioso vademecum consiste in un elenco di ragazzi da non abbordare nemmeno in caso di estinzione del genere umano: la Lista degli Imbaciabili®. Non a caso, è proprio contro il più intoccabile della lista che il patto si infrange: il ragazzo di Naomi. È la tragedia, e Naomi decide di non rivolgere più la parola al suo migliore amico. Ma non per la ragione più ovvia. Perché c’è una cosa che Naomi non vuole ammettere: ad andare in frantumi non è stata la sua fiducia, ma l’inconfessabile speranza che un giorno Ely si innamori di lei.
Lessi questo libro la prima volta quando ero alle medie e lo catalogai come bel libro. Girando su YouTube poi vidi un video di una ragazza che parlava di un film con lo stesso titolo e addirittura la stessa trama! Era la trasposizione cinematografica e io non potevo davvero perdermela, perciò in quattro secondi e mezzo ho deciso di guardarlo. La storia a grandi linee era quella ma io me la ricordavo un tantino diversa, un tantino più breve, un tantino meno dettagliata e perciò ho deciso di rileggere il libro: mi è crollato un mito.
Rileggendo il libro ci si accorge di come nel film i due protagonisti vengano messi in risalto molto di più e quanto poco spazio trovino invece i personaggi secondari sul grande schermo rispetto al romanzo. Nel film, infatti, è facile non sopportare all’incirca nessuno dei personaggi, nel libro invece ho davvero apprezzato sia Bruce Primo (un insonne ragazzo che abita nel palazzo di Naomi ed Ely, perdutamente innamorato della bella ragazza più o meno da sempre) che Bruce Secondo, il ragazzo di Naomi.
Il libro ha una struttura molto particolare che ho apprezzato davvero tanto, infatti ogni capitolo ha come titolo il nome di uno dei personaggi e viene narrato proprio dal suo punto di vista e il primo capitolo che incontriamo dedicato a Bruce Primo è ESILARANTE. Adoro la sua genialità e i suoi vaneggiamenti riguardo ai Bruce. Bruce Secondo, invece, è un Bruce molto più introverso e timido, insicuro ma dall’intelligenza apprezzabile. L’unico capitolo dedicato poi a Robin maschio (il ragazzo di Robin femmina) è davvero un’inquadratura divertente e assolutamente realistica degli adolescenti di oggi.
Ho apprezzato moltissimo l’intreccio dei personaggi e, protagonisti a parte, mi stavano tutti davvero simpatici, se non fosse per quello stupido portinaio Gabriel che davvero non ho sopportato nel libro, ancor più che nel film. Nel film, infatti, il ragazzo aveva almeno un po’ di carattere e spina dorsale, nel libro era a mio modesto parere solo un povero scemo, e la sua mollezza mi ha dato sui nervi dall’inizio alla fine.
Questa rilettura mi ha portato molti dubbi: ho apprezzato molto la scrittura scorrevole e semplicissima, alla portata di tutti e pensata appositamente per poter arrivare soprattutto ai giovani, ogni capitolo ha avuto qualcosa da offrirmi, ma c’era sempre un non so che nello sfondo che mi disturbava, sarà forse che non ho sopportato i protagonisti e questo è davvero un problema se si parla di un libro dove la storia si focalizza unicamente su loro due, mentre tutti i personaggi secondari erano solo una deviazione dal percorso principale. Questo amore impossibile di Naomi mi è parso davvero assurdo, si conoscono da vent’anni, lui è palesemente gay oltre ad averlo espressamente detto senza mezzi termini e tu ancora ci speri?! Bah… Sorvolando sulla demenza di Naomi e sull’assoluto e insopportabile egocentrismo/egoismo/antipatia/accidia/ (devo davvero continuare?) di Ely, la storia era carina, il cast di personaggi era ben assortito e mi è piaciuto molto, la struttura del libro è originale e apprezzabile e alla fine di tutto i miei personaggi preferiti sono Robin femmina e Bruce Primo.
E giusto per non lasciar nulla intentato, parliamo un po’ di Robin femmina. Nel film è un topo da biblioteca che si veste come una suora e si fa trascinare dalla femminilità che supera ampiamente la volgarità di Naomi e dall’amore di Robin maschio. Insomma, anche lei un’invertebrata. Nel libro, Robin femmina è decisamente una donna diversa, una donna emancipata, intelligente, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno dal ragazzo di cui è innamorata. A mio parere nel film perde tutta la sua forza; ho amato Robin femmina perché dà un esempio di donna autosufficiente rispetto all’uomo, intelligente, che lotta per ciò che vuole, senza bisogno di dimostrare niente a nessuno. Decisamente l’opposto di Naomi, una ragazzina ancora immatura che corre dietro a un sogno impossibile e poco ci manca che s’ammazzi quando realizza finalmente che questo sogno è solo una fantasia infantile e chiaramente irrealizzabile; Naomi è sempre pronta a mostrare tutta la mercanzia al puro scopo di apparire, tutto fumo e niente arrosto, vista invece la sua tacita verginità, un esempio certamente poco raccomandabile per le adolescenti di oggi.