Tre mesi e mezzo fa la storia dello stupro avvenuto a Pizzoli, vicino a L’Aquila, fuori dalla discoteca Guernica, aveva fatto rabbrividire e infuriare. Una ragazza ventenne di Tivoli era stata violentata con una ferocia sconvolgente: il violentatore l’aveva stuprata e massacrata anche con una sbarra di ferro. Fu trovata alle 4 del mattino, nuda, sanguinante e infreddolita fuori dal locale. Se il proprietario del Guernica non l’avesse vista sarebbe probabilmente morta di freddo. In ospedale venne sottoposta a interventi per curare le ferite interne che le erano state inferte. Venne arrestato un militare ventunenne, caporale dell’Esercito di stanza nella divisione Acqui Francecsco Tuccia, di Avellino: fu accusato di violenza sessuale e tentato omicidio. Ora dopo tre mesi e mezzo è tornato a casa, agli arresti domiciliari. Per lui è caduta l’accusa di tentato omicidio.
I responsabili di Telefono Rosa hanno scritto al ministro della Giustizia Paola Severino: «Ci dica, signor ministro, dopo una decisione simile, con quale animo possiamo continuare a fare i nostro lavoro? Con quale forza possiamo dire a questa ragazza di credere nella Giustizia?».
La vittima ha detto di provare una rabbia infinita: «Mi viene voglia di andarmene lontano dall’Italia», spiega.