Agnese ha un idolo sportivo, che si chiama Leo Messi, e una grande simpatia per la squadra del Barcellona. Così lo scopo principale di questa vacanza è farsi fare un autografo da Messi e dai suoi compagni di squadra, e vedere giocare il Barca al Camp Nou.
Di buon ora raggiungiamo la Ciutat Esportiva Joan Gamper, il centro sportivo sede degli allenamenti e dell'accademia del Barcellona. Si trova a Sant Joan Despí, un quartiere periferico a ovest della città, abbastanza vicino dall'Hesperia Tower Hotel dove siamo albergati al dodicesimo piano.
Contiamo di trovarci la prima squadra. Ma l'addetto alla guardiania ci dice che oggi Messi e compagni non verranno ad allenarsi qui, ma che si alleneranno nel pomeriggio al Camp Nou. Quindi ci dirigiamo lì.
L'ingresso al Museo del Barca costa 23 euro a testa. Cogliamo anche l'occasione per farci stampare il biglietto per la partita di domani sera, la finale della SuperCoppa di Spagna, tra Barcellona e Atletico Madrid.
La rassegna dei trofei si apre con la prima coppa vinta dal Barcellona, nel 1901, e si chiude con le quattro coppe dei campioni. Il museo è composto di grandi sale in cui con teche, bacheche, ma soprattutto schermi, raccontano gli oltre cento anni di storia del club, con una particolare enfasi dell'ultimo quinquennio, l'era Messi.
La vista delle tribune con quasi centomila posti a sedere, e l'erba del campo, sono una bellissima emozione.
Come emozionante è percorrere il corridoio che dagli spogliatoi immette nel recinto delle panchine, e da lì in campo.
Risaliamo le tribune fino al terzo anello, alle cabine dei telecronisti, dove gli schermi trasmettono spezzoni di telecronache in diverse lingue del mondo.
Parliamo con degli addetti allo stadio per raccogliere informazioni sull'orario dell'arrivo dei giocatori. Ci dicono che alle 18 l'accesso al campo verrà chiuso perché i sarà la presentazione ufficiale dello sponsor, e che i giocatori dovrebbero arrivare allo stadio attorno alle 17.
Andiamo dagli addetti alla sicurezza, che ci indicano il cancello dal quale entreranno le auto con i giocatori. E li ci mettiamo appostati.
Alle 17 in punto arriva l'auto di Puyol, che, trovando il cancello chiuso, si ferma sul marciapiede. Ad aspettarlo ci siamo noi ed altri tre ragazzi. Agnese si porta di fianco all'auto e mostra a Puyol il suo foglietto per l'autografo. Lui tira giù il finestrino, prende il foglietto e la penna dalle mani di Agnese, ci scrive sopra il suo nome e glielo rende, richiude il finestrino ed entra dentro al cancello per poi infilarsi nella rampa che conduce al parcheggio sotterraneo.
In pochi minuti al cancello si assiepano decine di persone, tanto che gli addetti alla sicurezza mettono anche delle transenne. Messi è il secondo ad arrivare. Il cancello è aperto e lui neppure si sofferma.
La gente aumenta, adesso invade anche una parte della strada. E' già un'impresa riuscire a riconoscere i giocatori dietro i vetri scuri delle loro auto, figuriamoci poter pensare di raccogliere qualche altro autografo.
Alla fine Agnese sarà l'unica ad esserci riuscita tra tutti coloro che erano li presenti per lo stesso scopo.
Alle 19, finita la presentazione dello sponsor, Puyol se ne va, mentre gli altri giocatori sono in campo ad allenarsi.
Lasciamo lo stadio che è notte, con il cielo tuona e minaccia pioggia.
Per tornare all'Hotel faccio la strada più lunga immaginabile.
Percorriamo tutta l'Avinguda Diagonal, oltre Plaça de les Glòries Catalanes, superata la Torre Agbar, illuminata dei colori del Barça, prendiamo la Ronda del Mar fino alla rotonda, con semafori di Plaça Drassanes, per proseguire per l'Avinguda Paral·lel, e a Plaça de Espanya siamo saliti all'Anillo Olimpico del Montjuic.
Ammirato lo stadio Olimpico di notte, siamo scesi alla Gran Via in fondo alla quale, in direzione aeroporto, c'è la nostra camera all'Hesperia Tower Hotel.