Le vostre vacanze a Londra si avvicinano e vi sentite inadeguati ad affrontare le difficoltà linguistiche del Regno Unito? Niente paura, Lost in translations corre ancora una volta in vostro aiuto, e dopo la puntata del mese scorso , siamo di nuovo qui a fornire qualche utile suggerimento per cavarsela linguisticamente in quel di Sua Maestà.
Sì, perché l’inglese, nonostante la diffusione ormai mondiale e la quantità di prodotti tecnologici che denomina ogni giorno, sa essere una lingua infida; così, da un momento all’altro, può saltare fuori l’imprevisto che non ti aspetti, sgradito come può essere venire a sapere che, nella torta di battesimo del principino George, c’era anche uno strato della torta nuziale di William e Kate… sì, avete capito bene. A quanto pare si tratta di una (indigesta?) tradizione britannica, secondo cui la torta nuziale degli sposi reali viene conservata per poi essere riutilizzata al battesimo degli eredi. Vi state augurando che i congelatori di Buckingham Palace funzionino bene, eh? Tranquilli. Con buona probabilità e un pizzico di fortuna, non saremo mai invitati a un battesimo reale… e se dovesse succedere, potremmo sempre tirarci indietro inventandoci una terribile intolleranza alimentare a qualsiasi cosa abbia il tempo di riprodursi nella torta durante gli anni di ibernazione.
Dunque, se la voglia di fare una capatina nel Regno Unito non vi è passata dopo questo racconto terribile, veniamo a noi e chiariamoci le idee su qualcosa di molto pratico; partiamo dalla più prosaica delle cose: il denaro.
MONEY IN THE UK, OVVERO COME PAGARE NEL REGNO UNITO
Innanzitutto, il termine “valuta”, in inglese, viene tradotto con currency; al primo impatto può sembrare un vocabolo molto distante dal suo equivalente italiano, ma se invece pensate che “valuta” è un sinonimo di “moneta corrente”, currency risulta già più facile da memorizzare.
Allora, la currency inglese è, naturalmente, la sterlina. Sì, navigando in rete o in un vocabolario multimediale, scoprirete che il termine completo è pound sterling, ma nella vita di tutti i giorni “sterlina”, in inglese, si dice semplicemente pound.
Per quanto riguarda i famosi penny, invece, (“un penny per i tuoi pensieri”) altro non sono che la centesima parte di una sterlina; al plurale, però, penny si dice pence, ed è così che vi verrà detto qual è il prezzo di ciò che acquisterete in UK.
Per completezza d’informazione, diremo anche che le monete, nel Regno Unito, possono valere 1, 2, 5, 10, 20 e 50 pence, e una o due sterline; la “p” starà per penny o pence, mentre il simbolo della sterlina è il celebre £.
Se quelli sopra elencati erano i valori della monete (in inglese: coins), le banconote possono valere 5, 10, 20 e 50 sterline; nel corso dei secoli sono state emesse banconote di taglio decisamente maggiore, ma quelle attualmente in circolazione arrivano fino al valore massimo di 50 sterline.
“Banconota” si dice banknote, ma nel linguaggio colloquiale si parlerà semplicemente di note; per cui, se qualcuno a cui dovete del denaro vi chiede di darglielo in notes, non sperate di potervela cavare con una canzoncina.
Nel caso in cui abbiate bisogno di rifornirvi di quattrini, non pensate di chiedere dove si trovi un “bancomat”; anche se questo termine potrà sembrarvi “inglesizzante”, in realtà è tutto italiano.
I bancomat, nel Regno Unito, sono le cash machines, letteralmente “macchine per i contanti”; potrà capitarvi di vedere l’abbreviazione ATM (che sta per Automated Teller Machine), ma viene utilizzata soprattutto negli Stati Uniti.
ELETTRICITÀ, PRESE DI CORRENTE E BENZINA
Innanzitutto, “corrente elettrica”, in inglese, si può tradurre fedelmente con electric current, ma solo se la state studiando in fisica; nel linguaggio di tutti i giorni, per comunicare a qualcuno che è saltata la corrente, dovrete dire che “the power has gone out”. Power, quindi, non significa semplicemente “potere” ma indica anche la corrente elettrica.
Le prese di corrente sono i sockets, mentre le spine vengono dette plugs; se avete bisogno di un adattatore, dovrete chiedere di un plug adaptor.
Infine, per chiudere questo breve excursus sulle forme di energia, è d’obbligo ricordare che se vi recate dal benzinaio e, memori di tutte i colossi petroliferi che conoscete, gli chiedete di darvi dell’oil, il benzinaio vi risponderà che se cercate del petrolio è bene che compriate un’escavatrice e vi mettiate a cercarlo da soli. Pertanto, rompete pure gli indugi e chiedete del petrol: questo, infatti, è il termine corretto per “benzina”; il benzinaio, in questo caso, sarà ben lieto di accontentarvi e di ricevere i vostri pound.
UNITÀ DI MISURA E CONVERSIONE
Nonostante il sistema internazionale di unità di misura sia una norma ufficialmente adottata dal Regno Unito, e nonostante i britannici debbano usare unità di misura come metro e grammo per vendere quasi tutto, le misure cosiddette “imperiali” (imperial units) sono ancora molto comuni nel parlato e anche nella stampa.
Il sito ufficiale del governo britannico non approverebbe, a meno che non vi stiano vendendo birra alla spina, latte in contenitori riutilizzabili o metalli preziosi; se state comprando tutt’altro, comunque, lo spauracchio delle imperial units salterà fuori lo stesso, perché la stragrande maggioranza del popolo britannico continua a usarle quotidianamente.
Ecco allora una piccola tabella che potrà aiutarvi nella conversione per capire, esattamente, quanti chilometri dista il National Museum, quanto latte state per bere e quanto pesano le mele che avete appena comprato.
LUNGHEZZA Chilometro: mile (miglio). 1 mile = 1,609 chilometri. 1 chilometro = 0,621 miles.
VOLUME Litro: gallon (gallone).
1 gallon = 4,546 litri. 1 litro = 0,220 gallons.
PESO Chilo: pound (libbra). pound = 0,453 chili. 1 chilo = 2,204 pounds.
Tenete presente che, di tutte queste unità di misura, vengono utilizzate anche le rispettive sottounità, e quindi, per esempio, gli inches (pollici) e i feet (piedi) per la lunghezza, le pints (pinte) per il volume, le ounces (once) per il peso… insomma, buona fortuna.
CHE WEATHER CHE FA: LE CONDIZIONI ATMOSFERICHE IN UK
Chiudiamo questa seconda puntata dedicata agli italiani a Londra con qualcosa per cui non avrete bisogno di una calcolatrice. Questo non vuol dire che le cose non possano farsi altrettanto complicate, perché, da che mondo è mondo, il meteo ha rifilato più bidoni di un truffatore incallito
Il weather, in inglese, altro non è che il tempo, inteso però come “tempo atmosferico”. Le previsioni vengono dette forecast, e possiamo affermare senza dubbio che saranno inattendibili tanto in UK quanto in Italia.
Per quanto riguarda la temperatura, nessun trabocchetto, essa è semplicemente temperature. La temperatura percepita effettivamente, invece, andrà sotto l’espressione feels like (letteralmente: “si sente come”).
Le condizioni precise del cielo e dell’atmosfera sono tradotte con aggettivi terminanti per “y”: sunny è “soleggiato”, rainy è “piovoso”, windy è “ventoso”, cloudy è “nuvoloso”, foggy è “nebbioso”.
Riguardo alle temperature, non preoccupatevi: a differenza degli Stati Uniti, che usano tuttora la scala Fahrenheit, il termometro inglese è analogo a quello italiano, con i gradi Celsius; la conversione dai gradi Fahrenheit è avvenuta molto più tardi di quello che si potrebbe immaginare, ovvero nel 1962, anno in cui il meteo britannico cominciò a usare la scala Celsius. Eppure, molte persone anziane nel Regno Unito incontrano ancora difficoltà in questo campo, e hanno bisogno di convertire i gradi Celsius in Fahrenheit per raccapezzarsi… un po’ come quando qualcuno, qui in Italia, continua a sostenere di “non avere una lira”. Le vecchie abitudini sono dure a morire.
Il secondo appuntamento estivo con Lost in translations termina qui; non perdete la terza e ultima puntata di questa serie su Londra e gli italiani, perché ci sono ancora molte trappole da evitare!
Nel frattempo, e soprattutto con questo caldo, tenetevi alla larga dai battesimi reali.