Vacanze, i turisti Lgbt italiani prediligono l’estero. “In Italia ancora poca sensibilità, manca un sentimento ospitale”

Creato il 26 marzo 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Un miliardo e 568 milioni di euro: è la cifra che nell’estate 2015 spenderanno i turisti Lgbt italiani ma solo meno di un terzo di questo “tesoro” resterà dentro i confini nazionali. E il motivo è la mancanza, in Italia, di un atteggiamento “welcoming” verso questo tipo clientela che quest’estate rappresenterà oltre 930 mila arrivi, con una spesa pro-capite media di 1.680 euro. Così questi viaggiatori guardano oltre confine e scelgono Mykonos, Sitges e Lesbo, oppure Ibiza o Gran Canaria, ma anche la croata Hvar, Nizza o le capitali come Barcellona, Parigi, Berlino, Londra e Dublino. I dati sono stati pubblicati dalla società di consulenza turistica Jfc, che ha elaborato uno studio che l’ANSA ha pubblicato oggi in esclusiva.

(destsetters.com)

Tante le località italiane che si professano gay friendly, spesso si limitano alle parole. ”I turisti di questa ampia comunità – spiega Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e responsabile della ricerca – vanno alla ricerca di location con un ‘alto livello di socializzazione’, però lontani – possibilmente – dai luoghi comuni e soprattutto dalle persone che si frequentano quotidianamente. Si tratta di clienti che ricercano relazioni e la maggior parte di essi si muove in coppia, e anche per questo motivo non accetta aree di ghettizzazione. Purtroppo in Italia c’è ancora poca sensibilità e manca un vero sentimento di ospitalità”. Per quanto riguarda la prenotazione il turista Lgbt italiano è decisamente molto più avanti rispetto alla media nazionale. E’ infatti pari al 65,9% la quota di coloro che prenotano tramite i sistemi di booking on line, mentre il 17,5% si rivolge ad un’agenzia di viaggio specializzata. Vi è poi un’ulteriore quota del 9,7% che prenota telefonicamente dopo un contatto via mail. Interessanti sono le motivazioni che spingono il turisti Lgbt a non scegliere una struttura: non amano soggiornare in “strutture con una chiara vocazione per il target etero delle famiglie con bambini” (42,6%), si allontanano da “strutture con una gestione senza apertura mentale” (31,5%) o, più in generale, da strutture che sono localizzate in destinazioni palesemente “non Lgbt friendly” (15,7%).

Tra le mete preferite dominano l’Italia meridionale e la Spagna. Tra le destinazioni italiane predominano le località del sud Italia, con Puglia e Sicilia al top della classifica, contrastate solo dalla Toscana. La località più trendy è Gallipoli (scelta dall’8,3%) davanti alla “storica” Torre del Lago Puccini in Toscana (6,5%). Poi l’emergente Catania con il 5,1% delle preferenze, davanti ad un’altra località siciliana tradizionalmente identificata come destinazione Lgbt, ma che ultimamente sta perdendo posizioni: Taormina (4,8%). Poi Viareggio (4,6%) seguita da un’altra destinazione emergente come Pescara (4,5%) e dalla campana Marina di Camerota (4,2%). Seguono Otranto (4,1%), Marina di Bibbona (3,9%), Manfredonia (3,7%), Siracusa (3,6%) e Riccione (3,6%). Tra le mete estere emerge la località storica di Mykonos, con il 6,2% delle preferenze, seguita da Barcellona (6,1%) e da Miami (5,9%). Poi sempre in Spagna: Ibiza (5,7%), Gran Canaria (4,9%), Torremolinos (4,8%) e la storica Sitges (4,4%). Poi Tel Aviv (4,3%), che però ha subito un repentino blocco a causa del conflitto in corso, e l’anch’essa storica località di Lesbo (4,3%). (Cinzia Conti © ANSA)


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