Vaccini ritirati in 20 Paesi, ma per l’Italia sono sicurissimi
Lo scorso 6 ottobre la Slovacchia annunciava il ritiro dell’uso del vaccino esavalente Infanrix Hexa della GlaxoSmithKline, dopo aver riscontrato la presenza di un batterio, il bacillus cereus, in alcuni lotti del farmaco.
Altri 19 Paesi, come Spagna, Germania, Gran Bretagna e Francia, seguivano questa scelta. In particolare i francesi estendevano il ritiro anche al tetravalente ed al pentavalente sempre della GlaxoSmithKline.
Il provvedimento viene catalogato con “classe d’urgenza 1” che identifica il grado più alto di pericolosità secondo le norme europee:“che minacciano potenzialmente la vita o possono creare gravi danni alla salute. Provvedimento da attuare immediatamente!”.
Nonostante queste dichiarazioni, le ASL sono state tempestate di telefonate da parte di genitori comprensibilmente preoccupati.
Non sono mancate le polemiche sulla gestione dell’emergenza: “i Ministeri della Salute degli Stati suddetti” dichiara il Dottor Roberto Gava “hanno avvisato la popolazione affinché i genitori dei bambini che hanno ricevuto questa vaccinazione negli ultimi mesi contattino le autorità sanitarie con urgenza. Il nostro Ministero, invece, tace (…)”
E ancora: “……cioè… il vaccino va benissimo e soddisfa tutti i requisiti di ottima qualità…eppure l’hanno fatto ritirare immediatamente. È difficile comprenderne il motivo. Vogliamo informazioni certe sulla sicurezza di questi farmaci dal ministero”… ilfattoquotidiano.it
Molte associazioni di genitori hanno così richiesto il ritiro immediato del farmaco anche in Italia attraverso una richiesta ufficiale: http://www.comilva.org/sites/default/files/Comunicato_Congiunto_INFARIX_20121019.pdf
Incidenti come questi rinvigoriscono la schiera dei contrari (o dubbiosi) alle vaccinazioni pediatriche di massa, sempre in costante aumento.
C’è molta confusione sull’argomento, spesso perché i dubbi sollevati da esperti e da riviste specializzate non trovano risposte esaurienti dalla stessa istituzione ufficiale.
Non stimolano certo la fiducia i recenti scandali di corruzione di medici, pronti a prescrivere ormoni per la crescita ai bambini, sotto le indicazioni della casa farmaceutica (la Sandoz) o gli echi della pesante propaganda contro la paventata (e mai verificatasi) pandemia di influenza suina.
Lo Stato spese 200 milioni di euro in pubblicità e 400 milioni di euro per 24.000.000 di vaccini anti-suina, tutto per appena 700.000 somministrazioni eseguite.
Gli oltre 23 milioni di vaccini già pagati (e rimasti inutilizzati) andranno probabilmente destinati in Africa, per opera di carità o per smaltire un flop commerciale.