Vade retro, gay!

Creato il 14 novembre 2014 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
"Qui a Fidenza, alcuni giorni fa, su un muro del retro del Palazzetto dello Sport, dove si recano, quotidianamente, molte scolaresche delle Superiori, ho notato una scritta: “Beppe gay!” Immagino come si senta questo ragazzo, tra compagni di classe così tolleranti, caritatevoli, ben disposti e misericordiosi verso il loro prossimo “malato”."
Vade retro, gay! un articolo di Franco Bifani
La campagna tesa ad eliminare le differenze di orientamento e di genere sessuali, in nome di un'idea di libertà in questo personalissimo settore, è stata vista come il nemico, contro cui si è mobilitata la Diocesi di Milano, capitanata dal “progressista” condottiero ciellino, mons. Scola, uno dei papabili, dopo il ritiro di Ratzinger; la Crociata in questione utilizza un sondaggio, destinato a tutti i docenti di religione, scelti dalla Curia, ma pagati dallo Stato, per mano di don Battista Rota, responsabile di settore della Curia. «Un brutto invito alla delazione», lo ha definito Fiorenzo Gimelli, presidente dell'Associazione genitori, parenti e amici di omosessuali. Migliaia di ragazzi sono presi di mira perché omosessuali, tra i banchi. E quando gli insegnanti provano ad affrontare il tema, vengono attaccati dalle reti cattoliche e dai genitori, perbenisti e benpensanti, frequentatori assidui di sagrestie, canoniche e vescovadi. Ciò nel silenzio assordante delle istituzioni, che, anzi, stanno per fare dietrofront davanti alla prima iniziativa contro il bullismo, accettando le censure del Vaticano, con Bagnasco in prima linea. Ha ragione, il cardinale, si tratta di pervertiti, malati inguaribili, che praticano il sesso, tra di loro, come animali, come aveva sentenziato, un tempo, nel corso di una breve intervista in TV, il notissimo opinionista cardinal Ersilio Tonini.
Eppure, fu proprio il cattolicissimo ministro Elsa Fornero ad approvare, nel 2013, le “Linee guida della strategia LGBT”, trasposizione, per l'Italia, di un programma europeo per la lotta alle discriminazioni nei confronti di gay, lesbiche e trans nei luoghi di lavoro, nel mondo dell'informazione, fra le forze dell'ordine e nella scuola. Il progetto, che prevede corsi di formazioni e incentivi per divulgare ed applicare buoni esempi contro il bullismo, ha funzionato benissimo ovunque, finché non si è trattato di introdurlo nelle scuole: apriti cielo! Ma la nostra scuola non dovrebbe garantire che le classi siano accoglienti per tutti, a prescindere dal loro orientamento sessuale?
Per fortuna, alcuni studenti hanno denunciare il docente di Religione del Liceo Foscarini di Venezia, quello in cui ebbe a studiare il Genio dell'economia, Renato Brunetta e, in subordine a costui, matematici come Castelnuovo e Fubini e psichiatri del vaglio di Basaglia e Musatti. Il docente aveva portato, in classe, un libercolo in cui si sosteneva che fosse meglio curare chi è gay. Sempre nel medesimo Liceo, alcuni allievi avevano pubblicato il questionario presentato da un altro insegnante, dove, fra le colpe dell'umanità, su cui discutere, figuravano anche omosessualità e Hiv.  Qui a Fidenza, alcuni giorni fa, su un muro del retro del Palazzetto dello Sport, dove si recano, quotidianamente, molte scolaresche delle Superiori, ho notato una scritta: “Beppe gay!” Immagino come si senta questo ragazzo, tra compagni di classe così tolleranti, caritatevoli, ben disposti e misericordiosi verso il loro prossimo “malato”. Non è che qualcuno, di dovere, potrebbe farla cancellare, oppure, chi non oblitera, acconsente?
Franco Bifani

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