I Vader sono uno dei pochissimi gruppi death che possono permettersi di suonare metà del nuovo album e tirare su comunque uno show della madonna. L’ultimo Tibi et Igni, uscito lo scorso maggio, mi era piaciuto parecchio, forse un filino meno del precedente Welcome to the Morbid Reich (per me il miglior lavoro pubblicato dai polacchi nel corso dell’ultimo decennio) ma, come ogni nuovo album dei Vader, anche se non dice assolutamente nulla di nuovo, è pur sempre la miglior scusa per partire in tour possibile. Perché nessuno chiede a Piotr e compagni di essere originali, l’unica cosa che si pretende da loro è che ci facciano svitare la cervicale a furia di headbanging. Ed eccoci serviti.
Si parte con un paio di brani recenti; nel frattempo vengono aggiustati meglio i suoni e Come and see my sacrifice si abbatte sui nostri timpani come un caprone incazzato. Si passa poi subito ai classici: Silent empire, Sothis e Reborn in flames, sparate in rapida successione, fanno alzare un pogo esagitato, nonostante il pubblico non sia purtroppo quello delle grandi occasioni (è un periodo fittissimo di concerti ma meglio avere problemi di abbondanza che il contrario). È la terza volta che li vedo. La prima, tour di Revelations, asfaltarono tutto. C’era ancora Doc alla batteria. Io, che non avevo ancora una grandissima esperienza concertistica (mi ero trasferito a Roma da pochi anni), rimasi annichilito. La seconda, nel 2010, di spalla ai Deicide, mi delusero un pochino. Ma quella line-up che mi era sembrata così sotto tono si sarebbe sfarinata presto. Quella di stasera, per quanto relativamente recente, è ormai rodata e compattissima.
L’esibizione è intensa e con poche pause, durante le quali Piotr, da intrattenitore consumato qual è, cazzeggia in italiano col pubblico, che risponde con dei sonori kurwa! kurwa!, dimostrando altresì di conoscere le lingue. Il batterista James Stewart (suppongo non si chiami davvero così) non smette mai di sorridere mentre percuote i tamburi come se gli avessero fatto qualcosa. Il tempo passa rapido, come ogni volta che te la stai godendo davvero. L’ultimo brano in scaletta sarebbe Helleluyah ma c’è il tempo di un fuori programma per salutare gli Shredhead, che lasceranno la tournée e torneranno in patria proprio dopo questa data. Il gruppo israeliano sale sul palco quasi al completo e si lancia insieme a Piotr e Spider, l’altro chitarrista dei Vader, in una pesantissima cover di Fight fire with fire. Cantiamo tutti il ritornello, da bravi fratelli del metallo. Come sempre, la gente non sa cosa si perde (Ciccio Russo).
Setlist
HATE:
Omega
Erebos
Hex
Valley of Darkness
Alchemy Ov Blood
Leviathan
Wrists
Resurrection Machine
Threnody
VADER:
Abandon All Hope
Go to Hell
Come and See My Sacrifice
Silent Empire
Sothis
Reborn in Flames
Decapitated Saints
Triumph of Death
Where Angels Weep
Chaos
Hexenkessel
Carnal
Dark Age
Wings
Helleluyah (God Is Dead)
Fight Fire With Fire (con gli Shredhead)